Nel giorno dedicato alle dichiarazioni di voto sul nuovo Piano Urbanistico Comunale, l’Aula del Consiglio di Cagliari ha vissuto un dibattito intenso, attraversato dai grandi temi che oggi definiscono il futuro delle città: clima, ambiente, mobilità sostenibile, cultura e diritto all’abitare.
Tra i vari interventi è spiccato quello del consigliere progressista Alessio Alias, che ha definito il nuovo PUC «una scelta strategica destinata a orientare Cagliari nei prossimi vent’anni».
Il consigliere ha sottolineato come il Piano introduca finalmente quote obbligatorie di edilizia sociale, rafforzi la rete ecologica, punti su una mobilità realmente sostenibile e investa nella rigenerazione dei quartieri più fragili. Un passo avanti significativo, ma non privo di criticità: «Restano nodi da sciogliere – ha ricordato Alias – a partire dalle risorse, dalla governance e dalla capacità di attuazione». Da qui l’impegno del gruppo progressista a vigilare affinché le scelte fissate sulla carta si traducano in progetti concreti capaci di ridurre le disuguaglianze. «La città del futuro deve includere, proteggere e offrire opportunità: è da questa parte che abbiamo scelto di stare», ha concluso.
Un intervento che ha messo d’accordo tutti, compreso il consigliere dell’opposizione Pierluigi Mannino, che ha sorpreso l’Aula per essersi detto insolitamente d’accordo col consigliere progressista. Una posizione che ha però acceso un momento di tensione col sindaco Massimo Zedda che lo ha ripreso per le sue critiche «eccessivamente polemiche» nei confronti della burocrazia del sistema, giudicate dal primo cittadino non costruttive nel contesto del dibattito.
Altro intervento non passato inosservato è stato quello dell’ex candidata a sindaco Alessandra Zedda che, con tono polemico, ha dichiarato che avrebbe “preferito si immaginasse Cagliari come «una città di mare» e «città del commercio», con un piano risolutivo per i parcheggi e un’offerta abitativa pensata anche per chi non è in coppia”.
La discussione, animata e spesso appassionata, conferma quanto il nuovo PUC rappresenti non solo un documento tecnico, ma una vera e propria scommessa politica sulla Cagliari del futuro: una città che cerca di ridisegnarsi tra ambizione, conflitti e visioni contrapposte, con la consapevolezza che le decisioni prese oggi plasmeranno la vita urbana per decenni.












