Brigata Sassari: no al ridimensionamento

Interpellanza presentata da Roberto Desini e Anna Maria Busia: «La Giunta regionale intervenga per scongiurare il ridimensionamento della Brigata Sassari»

 


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I rappresentanti del Centro Democratico Sardegna in Consiglio regionale, Roberto Desini e Annamaria Busia, hanno presentato un’interpellanza con cui chiedono al presidente Pigliaru e alla Giunta regionale se siano a conoscenza del futuro assetto della Brigata Sassari, tenuto conto della probabile riduzione del numero delle brigate attualmente esistenti nel territorio italiano nell’ambito della programmata revisione delle strutture operative delle Forze Armate, e se abbiano notizie ufficiali riguardo alla possibilità o meno che sia completato l’iter di attivazione del Reggimento logistico con sede a Cagliari.

Allo stesso tempo i due consiglieri regionali del CD chiedono alla Giunta e al presidente Pigliaru se non ritengano necessario intervenire tempestivamente al fine di impedire l’eventuale chiusura del Comando della Brigata Sassari o il ridimensionamento della Brigata stessa e per promuovere il completamento del Reggimento logistico con sede a Cagliari.

«La Brigata Sassari attualmente è una delle unità italiane più presenti in operazioni di risoluzione delle crisi internazionali ed è classificata dall’Esercito come “forza di proiezione”», spiegano i consiglieri, «ha partecipato sinora a dodici campagne in vari teatri internazionali, di cui le più recenti in Afghanistan con un intervento di peacekeeping e l’operazione Leonte in Libano, dove è attualmente impegnata».

Le preoccupazioni sul futuro della Brigata Sassari sono giustificate da più di un elemento:

·       la chiusura e riconfigurazione del Comando 2° FOD di cui fa parte la Brigata Sassari, che, sulla base della ristrutturazione delle Forze armate, disposta dal Governo nazionale, nei giorni scorsi ha trasferito tutte le funzioni al riconfigurato Comando Forze di Difesa Interregionale Sud; questa riorganizzazione rientra nell’ambito di un’ampia razionalizzazione delle strutture operative, logistiche, formative, territoriali e periferiche delle Forze Armate, anche attraverso la soppressione o l’accorpamento delle stesse, in modo da conseguire una contrazione strutturale complessiva non inferiore al 30 per cento entro sei anni dalla data di entrata in vigore dei predetti decreti legislativi;

·       la Caserma “La Marmora” di Sassari, sede del Comando Brigata Sassari, è al centro di una trattativa che vede il Comune di Sassari, l’Ersu di Sassari e l’Università sassarese impegnate a provvedere all’attivazione e alla positiva conclusione delle trattative con il Ministero della Difesa e l’Agenzia del Demanio dirette alla dismissione dell’ex Caserma Lamarmora per il successivo utilizzo come residenza studentesca;

·       lo Stato Maggiore dell’Esercito ha da tempo previsto la costituzione di due nuovi Reggimenti della Brigata Sassari, di cui un Reggimento logistico con sede a Cagliari, la cui realizzazione consentirebbe il rientro nell’Isola di circa 500 militari sardi attualmente in servizio nelle altre Regioni d’Italia e delle relative famiglie; il Reggimento logistico in questione, che sarebbe dovuto essere operativo da circa un anno e mezzo, ad oggi non risulta attivato, dato che, a differenza di quanto avvenuto in tutte le altre brigate dell’Esercito, esiste esclusivamente il Nucleo Iniziale di Formazione;

·       come riportato dagli organi di stampa, quest’anno per la prima volta la Brigata Sassari non era stata inizialmente invitata dallo Stato Maggiore dell’Esercito a partecipare alla parata per la Festa della Repubblica, salvo, poi, un ripensamento dell’ultim’ora;

Tutte queste circostanze alimentano fondatamente la preoccupazione, che da tempo serpeggia tra i militari sardi, circa la possibile prossima chiusura del Comando della Brigata Sassari, del 3° Reggimento Bersaglieri e del Reggimento Logistico, e il conseguente passaggio dei due reggimenti storici e del 3° Reggimento genio alle dipendenze di altro Comando Brigata, dislocato nella Penisola. Tale evenienza comporterebbe non solo il blocco definitivo dell’afflusso dei circa cinquecento uomini preventivati per il reggimento sopraccitato, ma anche il ridimensionamento o il trasferimento della Brigata Sassari (o di sue unità) in altre sedi fuori Regione, con ripercussioni sia in termini sociali ed economici che di immagine per la stessa Regione Sardegna. –            infatti, la Brigata Sassari è stata una delle prime Grandi Unità dell’Esercito in espansione, da attualmente lavoro a circa 4000 persone tra militari e civili (senza contare il 1° Reggimento Corazzato di Capo Teulada e ventimila soldati che ogni anno frequentano detto Poligono) ed è composta per la gran parte da militari e personale sardo, che in caso di chiusura sarebbero costretti a trasferirsi con le loro famiglie portando via con loro rilevanti risorse.