Ara Sardegna: latte vaccino sardo leader in qualità

Un successo costruito negli anni grazie ad un solido gioco di squadra che ha dato vita ad un’organizzazione ed una metodologia di lavoro perfetta che non ha eguali: oltre ai trasformatori e ai produttori vede in campo l’Ara Sardegna e la collaborazione dell’Associazione provinciale allevatori e dell’Istituto zooprofilattico


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Il progetto Qualità latte viene sperimentato dalla 3A nel 1983: il latte più è buono più costa. Nel ’87 viene messo in pratica. Nel 1998 si decide di andare oltre e convertire le produzioni in alta qualità: i requisiti da rispettare per le caratteristiche organolettiche sono più stringenti e garantiscono ancora di più il consumatore.

“Con il progetto alta qualità abbiamo cominciato con 16 aziende, per arrivare alle attuali 104 – spiega la zootecnica Antonella Ardu -. In questo momento possiamo dire di aver raggiunto altissimi livelli. Non lavoriamo ad impressioni ma con dati certi e seguendo un metodo statisticamente analitico. Abbiamo un monitoraggio continuo e costante degli allevamenti. Di ognuno abbiamo una scheda dettagliata dove riportiamo tutti i dati delle singole vacca: anni, quando e quante volte ha partorito, la quantità e le qualità organolettiche del latte (mensili e degli anni precedenti). In questo modo abbiamo la stalla sotto controllo”.

“Sono serviti grossi sacrifici – ricorda uno dei più grossi allevatori di Arborea Sandro Lasi, presidente di Ara Sardegna -. Non è stato facile passare da allevamenti che producevano semplicemente latte ad allevamenti che producono latte di altissima qualità. C’è stato soprattutto un cambiamento culturale e grandi investimenti che vengono ripagati dalla maggiore remunerazione riservata alla qualità del latte.

Siamo intervenuti sia sul benessere animale, garantendo tutti i confort: stalle arieggiate, lettiera pulita, spazi adeguati, alimentazione controllata. Ci sono addirittura i rulli dove le vacche possono grattarsi; sia sull’igiene: è tutto iper pulito ed in ordine. Questo garantisce bassi livelli di cellule somatiche e carica batteriche (tra le migliori in Italia), e siamo anche tra i primi posti per la produzione a capo”.

Nonostante queste innovazioni gli allevatori conservano sempre la passione e un rapporto simbiotico con gli animali. Non sono rare le notti in bianco per accudirle durante il parto, con la sveglia che suona sempre presto.

“Il nostro compito è soprattutto nell’assistenza alla gestione della stalla – spiega il veterinario dell’Aras Pasquale Spissu -. Le vacche sono tutte selezionate e stabulano in stalle costruite intorno al loro benessere. Lavoriamo sulla prevenzione. Difficile che si ammalino perché sono in continuo monitoraggio e per quei pochi casi stiamo sperimentando terapie alternative naturali, come l’ozono terapia, riducendo a percentuali vicine allo zero l’utilizzo di antibiotici. In questi pochi casi il latte è destinato alla produzione di biogas o distrutto”.

“Il nostro caseificio trasforma in prodotti di alta qualità circa l’80 per cento del latte – dice il presidente della 3A Filippo Contu -. Siamo anche quelli che garantiscono le premialità più alte, che incidono nel prezzo di circa il 10 per cento. In media un litro di latte lo paghiamo 42 centesimi, ben maggiore rispetto alla media nazionale. Al nostro caseificio – continua il presidente – conferiscono 235 allevatori, di questi 190 hanno aderito al progetto Alta qualità. La maggior parte sono dell’Oristanese 172 totali (150 sono in Alta qualità)”.

“E’ una linea – spiega riferito all’Alta qualità – che ci ha consentito di posizionarci in un mercato importante che da tre anni stiamo cercando di conquistare anche all’estero. Siamo presenti in 35 Stati e a Macao in Asia forniamo il latte anche alla scuole”.