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Crolla la parete di un antichissimo insediamento umano ed è allarme per quella che gli archeologi hanno battezzato come la Capanna nuragica. Si tratta di costruzione plurimillenaria che riveste una importanza del tutto particolare per la storia della Sardegna. E che adesso rischia di scomparire sotto l’ennesimo crollo.
Quanto hanno documentato gli studiosi di Sardegna Sotterranea lascia sgomenti: alla base della costruzione nuragica si nota una miriade di massi franati, che giacciono sul terreno.
Stando alla copiosa documentazione fotografica che vi mostriamo in esclusiva, un crollo è già avvenuto in passato ed ora i nuovi crolli preoccupano assai. Non a caso questo monumento del passato era stato recintato e l’accesso al suo interno impedito. Si notano su un lago della monumentale opera, proprio alla base delle travi posizionate tempo fa per arginare situazioni analoghe, non poche pietre: segno che il sito necessità di un urgente intervento di consolidamento e restauro. Come testimonia questa fotografia.
“Il crollo avvenuto di recente in quella che era già stata considerata una parete pericolante, sta facendo assumere alla capanna a corridoio una fisionomia del tutto anomala” afferma Marcello Polastri presidente di Sardegna sotterranea. “Non poche le segnalazioni – aggiunge – pervenute là nostro team – affinché dessimo voce con una partizione a questa vergogna”.
Non a caso si evince il rischio che questa preesistenza del passato possa subire maggiori danni, cambiando aspetto, da costruzione antica a tumulo anonimo di pietra. La causa? Probabilmente l’uncuria del tempo e dell’uomo che, pur nel silenzio assordante, minacciano la lunga capanna con la sua storia remota da raccontare.La costruzione, che fa parte del grande complesso o santuario nuragico di Santa Cristina, è un sito tutelato (sulla carta) e appartiene al ben più esteso sito archeologico con pozzo sacro situato nel Comune di Paulilatino, nel cuore della Sardegna.
Anche per questa ragione si auspica che la capanna nuragica, causa il rischio crolli, possa ricevere una sedia opera di tutela e di valorizzazione.