Salvatore Angioni scomparso da Sestu, il retroscena: “So dov’è ma mi servono soldi per andare a prenderlo”

Continua l’angoscia per i parenti del 48enne sparito a marzo. E spuntano nuovi particolari, raccontati dal fratello e dall’avvocato Piscitelli su Rai 2: “A maggio è arrivato un pacco a casa con alcuni oggetti rubati a Salvatore, poi un uomo ha chiesto denaro alla madre: potrebbe essere uno sciacallo”


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Si infittisce il mistero legato alla scomparsa di Salvatore Angioni, il 48enne disoccupato sparito nel nulla da Sestu lo scorso dodici marzo. Durante la puntata odierna de “I Fatti Vostri” su Rai 2, il fratello Giuseppe e il suo avvocato Gianfranco Piscitelli hanno raccontato alcuni fatti, avvenuti nei mesi successivi alla scomparsa: “A maggio è arrivato un pacco a casa nostra”, spiega Giuseppe, “dentro c’erano dei referti medici e un mazzo di chiavi che erano dentro uno zainetto che era stato rubato a mio fratello prima della scomparsa, a febbraio. Sia i referti sia le chiavi erano in perfette condizioni, ho ritenuto opportuno segnalarlo”. E poi: “Una persona si è presentata a casa della mamma di Salvatore Angioni, dicendole che sapeva dove si trovava ma che aveva bisogno di soldi per andare a prenderlo”, così l’avvocato Piscitelli in diretta nazionale. “La donna gli ha detto che non gli avrebbe dato soldi e, se sapeva dov’era, di dirgli di tornare a casa: è una persona nota in paese, potrebbe essere uno sciacallo”.

Il fratello di Salvatore, contattato da Casteddu Online, ha aggiunto che “la persona aveva chiesto soldi a mia madre per il pullman, dicendo che si trovava a Cagliari”. Nel corso dei minuti nel salotto televisivo di Giancarlo Magalli, tanto il fratello di Salvatore Angioni quanto l’avvocato Gianfranco Piscitelli hanno fatto delle considerazioni in merito alle ricerche del 48enne: “Il 14 marzo ho denunciato la sua scomparsa, mettendo nero su bianco che era in condizioni fragili e non era lucido per delle medicine che prendeva per dei dolori alla schiena”, così il fratello. E Piscitelli: “Il Covid ha influito sulle ricerche, ad aprile ho mandato una Pec al commissario straordinario a Roma, alla prefettura e ai carabinieri, ma non ho mai avuto risposta. Siamo stati costretti a rivolgerci ai media. Non sono state controllate le celle telefoniche e le telecamere presenti nella zona”. E Salvatore, a quasi sette mesi di distanza, continua ad essere un fantasma.


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