La fiamma non è ancora spenta: salviamo i lavoratori Vesuvius

Oggi vertice decisivo per la sorte dei lavoratori di Assemini: questo giornale farà una battaglia perchè non finiscano a spasso


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La fiamma e tenue ma non ancora spenta. La tiene accesa la forza della speranza, la dignità di ogni lavoratore, il grido di un territorio storicamente sedotto e abbandonato dall’industria. Ce la siamo presi a cuore la vicenda dei 105 dipendenti Vesuvius che dal 31 dicembre perderanno il lavoro. Urlano contro il cielo, come nella canzone di Ligabue, si disperano e cercano di capire il perchè di una scelta così scellerata da parte del management Vesuvius. Un bilancio positivo ed una buona posizione di mercato stridono con le ragioni della chiusura e con l’impegno d’informazione e coinvolgimento preso pochi mesi fa dall’azienda con il Ministero. Stridono queste ragioni con il pensiero di chi pensa che, dietro una pretestuosa inefficienza dell’impianto, vi sia la spietata logica del decentramento verso Paesi con manodopera a basso costo e, ancor peggio, che quest’ultima abbia trovato terreno fertile anche in una multinazionale che, grazie a delle oculate politiche commerciali, non aveva mai dato segni di cedimento di fronte alla crisi. Il nostro giornale, primo in Sardegna, ascolta e fa da megafono alle innumerevoli voci che pian piano si uniscono in un coro di contestazione e costernazione, perchè un giornale fatto dalla gente e per la gente non può chiudere gli occhi di fronte a simili sventure, perchè le urla di dolore di questa Nostra Terra sono tanto forti e disperate che ci fanno sanguinare i timpani. Anche la politica ascolta e prova dare conforto e risposte.

Da Destra a Sinistra, passando per il Movimento 5Stelle, un impegno unanime per salvare lo stabilimento di Macchiareddu. Appena ricevuta la triste notizia (16 settembre) tutti i livelli delle istituzioni si sono mobilitate, senza badare, per una volta, ai colori politici, poiché il dramma di perdere posti di lavoro è un dramma per tutti, è un dramma di tutti. Dapprima il sindaco di Assemini, Marco Puddu, indegnamente tenuto alla porta dello stabilimento durante la prima protesta formale, poi i Consiglieri Regionali da Stefano Tunis, a Michele Cossa, a Piero Comandini, all’Assessore all’Industria Maria Grazia Piras, hanno provato a trovare soluzioni soddisfacenti a fronte della volontà dell’azienda di rendere i licenziamenti meno dolorosi possibile.

Nonostante ciò, incontri e convocazioni in Assessorato vanno a vuoto: il management non vuole interloquire con istituzioni diverse dal Ministero. All’atteggiamento di chiusura rispondono i senatori Pezzopane, Angioni, Cucca, Lai e i deputati Vargiu e Pili chiedendo un deciso intervento del ministro Calenda, interpellato finanche ieri dall’on. Cani. Da Avezzano, altro sito in chiusura, arrivano altre voci di malcontento e sconforto mentre dagli altri siti Vesuvius giunge la solidarietà dei dipendenti, colleghi più fortunati di quelli sardi. Il caso Vesuvius balza anche all’occhio dell’Europa: in giornata il deputato Europeo PPE Salvatore Cicu incontrerà i dipendenti in sede. Sempre oggi sono attesi a Macchiareddu il Consigliere della Municipalità di Pirri, Alessandro Vincis e i Giovani di Forza Italia, rappresentati dal coordinatore Pierpaolo Cassoni. Sabato toccherà invece al vicepresidente della Camera dei Deputati, Luigi Di Maio tastare con mano il disagio al quale il popolo sardo è da tempo mestamente abituato. Noi saremo li, al fianco dei lavoratori per raccontarvi una protesta che sentiamo nostra. Il senso di impotenza non sarà mai più forte della voglia di lottare. I dipendenti assicurano che si tenterà il tutto per tutto, giorno per giorno, senza mollare mai. Citando ancora Ligabue, in merito alla vicenda, qualcuno ha scritto: “Non ci avranno finchè questo cuore non creperà di ruggine, di botte o di età”. E così sia. (foto di Luca Corona)


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