La droga nel carcere di Uta, portata da una ragazza dell’età di circa 27 anni che ha introdotto dello stupefacente per consegnarlo al proprio ragazzo detenuto. Il personale di Polizia Penitenziaria in servizio al reparto colloqui, accortosi dei movimenti sospetti da parte del recluso, tra l’altro con la presenza del proprio minore, ha chiesto la sospensione del colloquio per accertarsi di quanto spesse succedendo. In effetti dalla perquisizione del carcerato è stato trovato hascisc all’interno degli slip, per il maldestro tentativo d’introduzione della droga dentro l’apparato rettale. raffinate per l’introduzione dello stupefacente, “ma il DAP pensa solo a come rendere più liberi i detenuti di circolare essere la panacea di tutti i mali…. La c.d. sorveglianza dinamica risulta sempre più una strategia fallita”. A darne notizia è il Coordinatore regionale della FP CGIL Polizia Penitenziaria Atzeni Sandro, che esprime i propri complimenti verso coloro che hanno partecipato all’operazione andata a buon fine, controllo e opera di prevenzione del personale in sevizio presso l’istituto cagliaritano dimostrando ancora una volta di possedere abnegazione : l’opera è riuscita ancora una volta ad evitare l’introduzione illecita della pericolosa e vietata sostanza, con il rischio che tali sostanze possono provocare. “Il problema è sempre il solito, cioè si pensa sempre vita dei detenuti all’interno delle carceri e non si pensa, invece, a dare strumenti efficaci al personale di Polizia Penitenziaria che è chiamata ad assicurare la sicurezza e la legalità negli Istituti di pena”.











