L’ultimo tassello, cronologicamente parlando, è arrivato ieri da Quartu. L’ok all’aumento degli stipendi per sindaco, vicesindaco, presidente del Consiglio comunale e tutti gli assessori è stato cementato con una determina. Centoventinovemila euro, arrivati dalla Regione, che finiranno, con le dovute suddivisioni e proporzioni, nelle tasche di dieci persone. Per Milia l’aumento è di ottocento euro, stipendio lordo di 1800 euro perchè, a differenza di Paolo Truzzu, non si è messo in aspettativa dal lavoro e continua ad operare alla Fondazione di Sardegna. Va molto meglio al sindaco di Cagliari, economicamente parlando: solo grazie ai soldi regionali si arriva a 11091 euro, per un totale arrivato dalla Regione di 488mila euro. Gli assessori cagliaritani intascano, in totale, 7mila euro a testa, quelli quartesi possono contare su 2342,65 euro oltre allo stipendio già percepito mensilmente, ad eccezione del titolare delle Politiche sociali, che non si è messo in aspettativa dall’altro lavoro che svolge. Certo, a Cagliari e Quartu si è deciso di non attingere dai rispettivi bilanci comunali, visto che le somme arrivate non consentono di coprire totalmente le indennità. Con il sindaco Milia che aveva detto, subito dopo il via libera della Regione, che “si tratta comunque di cifre contenute, rispetto ad altre realtà”, mentre dal Comune di Cagliari aveva parlato anche il presidente della commissione Bilancio, Sandro Balletto: “Non siamo al tetto massimo”. Ma la scelta finale è chiara: ok agli aumenti anche in un periodo storico non certo roseo per tutti i cittadini, molti dei quali sono costretti a fare i salti mortali per arrivare a fine mese e sono sempre più strangolati dalle bollette alle stelle e dall’aumento di tutti i prodotti, dal cibo ai vestiti, dal corredo scolastico per i propri figli alla benzina.
In Sardegna, l’unico Comune che ha detto “no, grazie” è stato quello di Sassari. Il sindaco Nanni Campus ha deciso di rinunciare totalmente all’aumento di indennità, e con lui il vicesindaco, il presidente del Consiglio e tutti gli assessori, perchè “ci sono troppi poveri. C’è una crisi economica e drammatico aumento della povertà, è inopportuno aumentarci gli stipendi”. Mossa successiva alle dichiarazioni? Restituire tutto, sino all’ultimo centesimo, alla Regione, anche perchè si tratta di soldi inutilizzabili per altri scopi. Una scelta che ha trovato il plauso, in primis, degli stessi concittadini di Campus. Che, però, almeno sinora, è rimasto una mosca bianca in una Sardegna sempre più povera e con i politici, chi più chi meno, sempre più ricchi.











