“Chiudere l’ospedale Marino significa privare i cittadini di servizi ed eccellenze sanitarie, oltre allo spreco di ingenti somme di denaro pubblico. La riorganizzazione della rete ospedaliera non piace e rischia di cancellare le eccellenze sanitarie in Sardegna. Stupisce il silenzio delle istituzioni e degli esponenti del territorio, si ha l’impressione che questa riorganizzazione della rete ospedaliera venga subita in modo supino da parte di coloro che dovrebbero all’interno delle istituzioni dovrebbero difendere i servizi nel nostro territorio. Scongiurare la chiusura dell’ospedale Marino – dichiara Guido Sarritzu , Leader del Psd’Az – che situato sul Lungomare Poetto, a pochi minuti dal centro cittadino di Quartu, rappresenta un riferimento non solo per i cittadini quartesi ma per il centro e sud Sardegna. L’eventuale chiusura dell’ospedale Marino significherebbe, privare la città di Quartu e non solo di un servizio sanitario indispensabile, che non solo va salvaguardato, ma potenziato. Bisognerebbe ricordare che il presidio Ospedaliero Marino oltre alla traumatologica, alla chirurgia d’urgenza, alla radiologia e al pronto soccorso, ospita l ‘Unità Spinale Unipolare, struttura altamente specializzata nell’assistenza ai pazienti mielolesi, e la camera iperbarica, attiva 24 ore su 24, unica nel sud della Sardegna, e un centro di eccellenza come la Neurochirurgia che oltre eseguire prestazioni di qualità, ha numeri di tutto rispetto, superiori, se confrontati ad altre strutture ospedaliere con maggior numero di posti letto, e disponibilità di sedute operatorie e strumentazioni. Tutto ciò fa comprendere l’importanza di questo servizio per l’intera regione sarda e che la sua chiusura o accorpamento ad altra struttura provocherebbe non risparmi ma maggiori costi in quanto i pazienti si rivolgerebbero altrove, ovvero dove operano i professionisti che garantiscono l’eccellenza di questo servizio.
Nonostante tutto ciò la neurochirurgia si accredita come una eccellenza nel panorama sanitario regionale, basti pensare che il 50% dei pazienti proviene da altri territori e che la struttura se paragonata al Brotzu produce di più spendendo meno. Quello che preoccupa maggiormente, sono i criteri con i quali si decidono accorpamenti e chiusure di presidi ospedalieri in una totale mancanza di dati significativi (numero ricoveri, posti letto, degenza media, peso medio DRG, numero sedute operatorie) Per Sarritzu – in conclusione – occorre riequilibrare l’offerta dei servizi sanitari nell’area metropolitana, tenendo conto delle effettive necessità della popolazione e non delle becere logiche politiche.











