Storie di cinesi giovani ma da moltissimi anni a Cagliari. Claudio Zhou Wei è nato a Wenzhou ventisei anni fa e vive nell’Isola fin da quando ha cinque anni. Prima Oristano, poi Cagliari: “Parlo bene la vostra lingua, sono sempre riuscito a destreggiarmi con i miei amici e i miei clienti. C’è chi sorride quando mi sente parlare perché ho l’accento casteddaio”, dice, sorridente, Claudio: “I miei migliori amici sono proprio sardi, le amicizie cinesi invece sono poche. A chi ci dice che siamo chiusi e riservati, rispondo che non è semplice arrivare in un altro Paese e riuscire ad abbattere in tempi rapidi la barriera della lingua. Io sono stato fortunato, a Oristano c’erano pochissimi cinesi e ho frequentato tanti ragazzi del posto”.
Ma i cinesi, anche a Cagliari, fanno affari e, soprattutto, non dialogano molto con l’esterno: “Proprio come gli italiani all’estero, che si rinchiudono nelle loro ‘Little Italy’. Dopo la barriera della lingua c’è quella degli interessi comuni. Cagliari non è una città razzista, anzi”, afferma il ventiseienne. Che è netto sulla questione del lavoro: “Non lo rubiamo, ognuno se ha la voglia di fare si impegna per mantenersi e mantenere la propria famiglia. Noi cinesi, poi, se non c’è lavoro ce lo inventiamo, infatti molto di noi sono imprenditori. Insomma, ci rimbocchiamo le maniche e partiamo dai lavori più umili, per poi salire di livello”










