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C’è Marco di Castelsardo e Ismaila del Gambia: entrambi sono accomunati dalla collaborazione con l’associazione onlus “Tutti per te”, fondata da Walter Montis. Proprio a lui erano indirizzati i messaggi minatori “comparsi” l’otto ottobre scorso in via Umbria. Colpita una delle due ambulanze, “gomme squarciate” e, nel parabrezza, qualcuno ha lasciato un foglio con una scritta: “Sono gli ultimi giorni tuoi”. Quarantuno anni, da due direttore della onlus, Montis dice la sua: “Penso di non aver mai fatto niente di male a nessuno, ho sempre agito con trasparenza e chiarezza. Non sono preoccupato, lo è chi sa di aver fatto qualcosa. Ognuno deve lavorare, al di là del colore della pelle”, afferma Montis, e il riferimento è ai due ragazzi del Gambia che ha assunto già da qualche mese.
“Fanno assistenza, prendono e riportano i pazienti, si occupano di dimissioni e dialisi, due bravissimi giovani che si sono integrati benissimo, mai un problema con gli altri colleghi operatori. Siamo una famiglia ben allargata, non ci sono restrizioni di cultura o etnia. Io amo la mia terra, assumo anche sardi quando ne ho bisogno, senza nessun problema”, chiarisce il presidente della onlus, “non sfido nessuno perché non mi interessa farlo. Continuo ad andare avanti nell’assistenza ai clochard, come ho sempre fatto. Quando fai del bene nessuno può dirti di farlo a uno piuttosto che a un altro. Tutti vanno aiutati senza guardare razza o etnia”.
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