Si chiama Reis, reddito d’inclusione sociale, ma per molti cagliaritani si legge “ultima spiaggia”. Il contributo, una misura regionale che prevede un sostegno per le famiglie che vivono una situazione di difficoltà economica, non è ancora uscito dalle casse pubbliche. C’è un elenco, una graduatoria, solo provvisoria, che gira in rete da qualche mese. Di quella definitiva, indispensabile per far partire i bonifici, nemmeno l’ombra. E la disperazione di chi ha compilato un malloppo di carte sperando di ottenere il bonus aumenta giorno dopo giorno. Flavio Lostia attende news da novembre: “L’ho finita a dormire in un giardino, nella zona di San Benedetto, un po’ riparato. A sessant’anni non ho un tetto, da fine febbraio non ho più potuto contare sull’ospitalità di un’amica. Non so cosa stiano combinando le Politiche sociali del Comune, so solo che non ho ancora i soldi che, per la mia condizione, penso che mi spettino”.
Non se la passano bene nemmeno Antonio Pretta, 53 anni, e la sua convivente, Patrizia Piras: “Siamo entrambi disoccupati e invalidi. Io ho problemi alla schiena”, racconta l’uomo, “mia moglie dovrà subire una delicata operazione ad un’anca. Abbiamo fatto i conti, ci spettano 300 euro, denari con i quali possiamo pagare le ultime due bollette dell’acqua prima che Abbanoa sospenda l’erogazione per morosità e, anche, per fare ogni tanto un pasto decente. Non dico cibi pregiati, ma una semplice fettina di pollo, un pezzo di carne, mangiato tranquillamente. Abbiamo fatto la domanda al Comune, che ha mandato le carte all’Inps e alle assistenti sociali. La graduatoria definitiva non c’è, ogni volta che chiedo informazioni ottengo solo risposte evasive. Negli ultimi giorni una delle assistenti sociali mi ha confermato che non ha minimamente idea di quando sarà possibile erogare il Reis”.