Cagliari, decine di magazzinieri dell’Iperpan in bilico: “Orari e paghe ridotte senza più contratti indeterminati”

La rabbia e disperazione di 65 lavoratori della società che si occupa della movimentazione delle merci per la ditta che rifornisce la nota catena sarda di supermercati e ipermercati: “Qualcuno farà meno ore, altri avranno contratti modificati in peggio: dai vertici dell’azienda solo silenzio”. VIDEO INTERVISTE


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Sessantacinque lavoratori in bilico, pronti a salutare un contratto sicuro o un numero di ore di lavoro sufficiente a mandare avanti senza grattacapi le proprie famiglie. Succede a Cagliari, dove la “Logistica Mediterrana” ha deciso di stracciare il contratto per il servizio di movimentazione delle merci per la Superemme, proprietaria di un mega magazzino a Sestu grazie al quale riempie gli scaffali dell’Iperpan e del Superpan. Una parte dei magazzinieri, trentacinque, è stata chiamata per fare appena trenta ore con contratti ben distanti da un indeterminato. E i restanti lavoratori, presto, saranno a spasso. Ecco perchè, spalleggiati dai sindacati, hanno protestato davanti agli uffici della Superemme, in via Torricelli a Cagliari.
Con loro c’erano Nella Milazzo della Cgil, Giuseppe Atzori della Cisl e Silvia Murru della Uil. Le richieste principali sono identiche: “Ci sono decine di lavoratori che molto presto rischiano di veder peggiorare le proprie condizioni lavorative o, direttamente, non avere più un’occupazione. Abbiamo chiesto un incontro all’azienda, senza però ricevere ancora nessuna risposta”. E il tempo scorre, inesorabilmente, verso l’ultimo effettivo giorno di lavoro alla Superemme. Poi, per molti lavoratori, ci sarà solo la terribile certezza della disoccupazione e, per i più “fortunati”, contratti da meno di mille euro al mese.
La “Logistica Mediterranea” ha disdetto il contratto per il servizio di movimentazione merci per la Superemme (conosciuta per i marchi Pan e Iperpan). Solo una parte dei 65 dipendenti è stata chiamata, per sole 30 ore, con contratti di apprendistato: “No a scelte che creano solo poveri e precari”


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