L’aria che tira nel commercio cagliaritano, almeno in via Garibaldi, è da funerale. Da 43 anni Darvine Steinhous ha due negozi: uno lo gestisce con la moglie, l’altro è in mano alla figlia: “La nuova piazza Garibaldi senza i parcheggi sotterranei non va bene, nella via non passa neanche il pullman, siamo penalizzati. Il lavoro è crollato tra centri commerciali e cinesi, mi fa arrabbiare il solo pensarci”. E, se le maxi catene dicono di dare lavoro, Steinhous è netto: “Fanno contratti da sei mesi e poi tutto finisce lì. Io vent’anni fa avevo anche quattro dipendenti, oggi siamo rimasti solo noi della famiglia”.
“Tasse, affitti, luce. In Sardegna e a Cagliari siamo in pochi ma c’è troppo di tutto, dai negozi a bar. I cinesi copiano gli articoli, io vendo un capo a 30 euro e loro a 15, ma i tessuti sono diversi. Reggerò forse ancora qualche anno, stiamo toccando il fondo”.










