Trasformare rifiuti in mangimi grazie agli insetti: in Sardegna si può

Un’economia circolare in cui si utilizzano insetti per il riciclo di rifiuti organici e la produzione di proteine per mangimi. Presentato oggi dalla Coldiretti NUoro Ogliastra l’ambizioso progetto, l’impianto pilota sorgerà ad Ollolai


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Un’economia circolare in cui si utilizzano insetti per il riciclo di rifiuti organici e la produzione di proteine per mangimi. Il tutto utilizzando impianti di biogas alimentati con gli scarti delle stesse biomasse. Insomma si fa economia pulita dai rifiuti. Un progetto pilota altamente innovativo dai grossi risvolti economici ed ambientali in quanto mira a dimostrare sulla base di prove sperimentali, la qualità, l’economicità e l’efficacia degli insetti come proteine per mangimi e della loro salubrità.

IL PROGETTO. Prevede la realizzazione di un impianto pilota a Ollolai, dove saranno conferiti materiali da riciclo (vinacce di risulta; “tritati” di palma da potatura; residui alimentari di origine domestica): biomasse umide e secche che rappresenteranno le diverse diete per gli insetti Coleottero Tenebrionide che diventeranno mangime tal quale o sfarinato per gli animali di diverse aziende del territorio.

Il tutto prevede anche un trattamento preliminare della biomassa umida per una sua trasformazione in dieta secca e l’essicazione e liofilizzazione degli insetti utilizzando  impianti di biogas (o idrogeno) alimentati con gli scarti delle stesse biomasse o con una sapiente integrazione di biomasse disponibili nel territorio.

Il progetto avrà una durata di 18 mesi.

IL TEAM. A portare avanti questa idea innovativa è una squadra qualificata coordinata dalla cooperativa Acanthus di Olmedo e composta dalle dai quattro maggiori Organismi di Ricerca della Sardegna (l’Università di Sassari), l’Agris, il CNR e l’Università di Cagliari, da Coldiretti Nuoro Ogliastra, il Consorzio Bim Taloro ed il Comune di Ollolai.

Sono coinvolte diverse realtà imprenditoriali che vanno dagli allevatori (nelle aziende dei quali saranno sperimentati i mangimi), alla cantina Fradiles di Atzara, la cooperativa Acanthus, la Chilivani Ambiente Spa, che forniranno la materia prima, il mangimificio Profenda per l’uso di farine di insetto e la Termoplast, che produce buste compostabili, interessata al recupero dei residui alimentari domestici.

 LE PROSPETTIVE. Sull’uso di insetti per mangimi, c’è un grande interesse della comunità scientifica ma anche dell’opinione pubblica mondiale. A fronte di un incremento della popolazione mondiale, di un inurbamento sempre più incontrollato, con i consumi di prodotti alimentari di origine animale in crescita e con uno spreco di cibo che supera nei Paesi sviluppati anche i 100 kg/anno/persona, rivolgersi agli insetti come fonte proteica è una scelta obbligata. I vantaggi sono ormai accertati ed innegabili rispetto agli allevamenti di vertebrati: migliore resa, minor produzione di gas serra, minore necessità di spazi, caratteristiche nutrizionali frequentemente superiori, ed infine, la possibilità di produrli all’interno di una “economia circolare” con valorizzazione e riciclo degli scarti.

 In Sardegna la produzione di insetti “for feed” avrebbe grandi vantaggi. Vi è infatti una grande disponibilità di biomasse organiche potenzialmente utilizzabili (basti pensare ai residui delle industrie olearie e vitivinicole, ai trinciati vegetali, ai residui alimentari domestici) e contemporaneamente una fiorente industria zootecnica “affamata” di proteine che, al momento, sono reperite sul mercato mondiale tra quelle di origine vegetale creando un’importante voce negativa della bilancia commerciale.

 GLI OSTACOLI. Quello che frena la nascita di allevamenti massali di insetti “for feed” è rappresentato essenzialmente da un mercato ancora asfittico, limitato da una scarsa consuetudine del consumatore con il prodotto e compresso da una normativa particolarmente restrittiva ed un pò in ritardo rispetto ad altri Paesi avanzati (al momento le farine di insetti sono consentite in Italia solo per itticoltura, animali da compagnia e sono in via di approvazione per allevamenti avicoli). In particolare a livello europeo rimangono saldi i timori di rischi chimici e microbiologici che i prodotti a base di insetti potrebbero presentare.

 COME SI SUPERANO. Il progetto si basa su un’idea innovativa nella scelta di insetto e dieta e, grazie a questa, vuole affrontare le due principali difficoltà del mercato, convincendo il consumatore, sulla base di prove sperimentali, della qualità, economicità ed efficacia degli insetti come proteine per mangimi e della loro salubrità. Finora per la degradazione di substrati “umidi” sono state allevate specie di insetti adatte a tali substrati (essenzialmente ditteri). Nonostante queste forniscano ottime prestazioni per resa e qualità, la dieta umida presenta reali problematiche sanitarie di tipo chimico e microbiologico. Un trattamento preliminare della biomassa umida per una sua trasformazione in dieta secca comporterebbe invece, con la sua sola realizzazione, un abbattimento della carica batterica ed una decisa diminuzione di alcuni contaminanti chimici (soprattutto agrofarmaci). 

Tenebrio molitor, Coleottero Tenebrionide ben noto, è invece un’ottima opzione per l’allevamento su diete secche, ed anche a fronte di una certa lentezza di sviluppo rappresenta una specie allevabile con estrema facilità ed economicità. I consumi energetici legati al trattamento delle biomasse per la produzione di diete potranno essere recuperati facilmente attraverso impianti di biogas (o idrogeno) alimentati con scarti delle stesse biomasse, o con una sapiente integrazione di biomasse disponibili nel territorio. La tecnologia per questa produzione di energia è già disponibile e non farà parte degli obiettivi del progetto.

 OBIETTIVI. Fornirà indicazioni preziose sui processi da adottare per la produzione di proteine da insetti. L’ampia gamma di diete che verrà sperimentata permetterà di conoscere le rese di ciascuna e di programmare un’integrazione delle varie biomasse localmente disponibili. L’analisi dei rischi chimici e batteriologici fornirà le basi scientifiche per una più rapida predisposizione della attesa normativa per l’utilizzo degli insetti come mangime zootecnico per gli avicoli e per rassicurare l’opinione pubblica e le associazioni dei consumatori, che appaiono comunque ben disposte verso l’economia circolare volta a ridurre gli sprechi alimentari. Con l’acquisizione di queste conoscenze, il “lancio” di una produzione di insetti dovrebbe essere possibile anche in presenza di un mercato abbastanza chiuso. In prospettiva essere già attivi nel momento del suo prevedibile ampliamento fornirà un vantaggio decisivo all’azienda che attiverà l’impresa.


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