Non arretra di un millimetro Donald Trump, che durante la cena del National Republican Congressional Committee a Washington si è espresso in modo molto forte e colorito nei confronti dei Paesi colpiti dai dazi che vogliono trattare per ridurre le tariffe. Rivolgendosi alla platea dei repubblicani per rivendicare la sua linea dura, il presidente americano è convinto che “muoiono dalla voglia” di fare un accordo. “Vi dico che questi paesi ci stanno chiamando per baciarmi il culo”, ha affermato il Presidente USA.
Non si fa attendere la reazione della Cina, che dopo i dazi americani al 104 % porta le sue tariffe sui beni Made in Usa dal 34% all’84% con effetto dalle ore 12:01 di domani, 10 aprile 2025. L’obiettivo è chiaro: difendere “il legittimo diritto del popolo cinese allo sviluppo” che “è inalienabile”. Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, nel briefing quotidiano, ha precisato che “la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della Cina sono assolutamente inviolabili”. Trump, come spiegato dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, crede sia sbagliata la risposta della Cina, che deve essere pronta a negoziare.
Intanto, la mostra premier Giorgia Meloni volerà a Washington il 17 aprile per un incontro con Trump. L’obiettivo è chiaro: dazi reciproci allo 0 % fra Europa e Stati Uniti.












