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Una maxi perquisizione non solo negli uffici della Regione, cominciando dall’assessorato all’Agricoltura, ma anche nei tre ospedali di Cagliari – Brotzu, Binaghi e Marino – e nella sede dell’Ares per acquisire nuovi documenti nell’ambito dell’inchiesta “Monte Nuovo” che ha portato all’arresto di 31 persone – 13 in carcere e 18 ai domiciliari – e a iscrivere nel registro degli indagati Massimo Temussi, ex commissario straordinario dell’Ats e attuale presidente di Anpal, agenzia nazionale per il lavoro, dopo un passaggio come consulente della ministra cagliaritana Calderone, per aver creato una corsia su misura per la carriera di Cocco. I Ros, a due giorni dall’operazione che portato in carcere l’ex assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia e il primario di Terapia del Dolore del Binaghi, Tomaso Cocco, insieme a nomi eccellenti della cupola criminale barbaricina, continuano con perquisizioni e acquisizione di documenti, ulteriormente intensificate dopo il sequestro nelle scorse settimane di armi di vario calibro, munizioni e droga.
L’ipotesi degli investigatori è che questo “mondo di mezzo made in Sardegna”, così definito da Cocco, abbia non solo agevolato carriere e indirizzato decisioni della politica, ma anche contribuito a favorire la latitanza di Graziano Mesina. E’ lo stesso Cocco, dopo aver chiesto “come sta zio Graziano?”, a offrirsi di compilare una relazione medico-legale per certificare l’incompatibilità dell’ex primula rossa con il carcere. Il primario, meno di una settimana fa è stato inaugurato il nuovo reparto di Terapia del dolore al Marino, sarà interrogato domani, nel carcere di Uta dove si trova rinchiuso.