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Mostra fotografica sul patrimonio delle famiglie locali del passato: al via il festival SarrochArt

di Valeria Putzolu
18 Novembre 2023
in hinterland, sulla-sulcitana

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Mostra fotografica sul patrimonio delle famiglie locali del passato: al via il festival SarrochArt

Sarroch – L’arte va in scena questo fine settimana: il patrimonio del passato delle famiglie locali e la complessità dei Paesi sudamericani in mostra da oggi per la seconda edizione di SarrochArt, il Festival delle Arti visive. Arte che continua a diffondersi sul territorio sarrochese e a conquistare i cittadini tra cinematografia, teatro, street art e fotografia: oggi l’inaugurazione di ben due mostre, una oper air, a cura di Pietro Paolini e un’altra a Villa Siotto, a cura dell’Associazione Turistica Pro Loco Sarroch.

 

Alle ore 18 presso la Sala Coroneo della biblioteca verrà presentata e inaugurata la mostra open air a cura del fotografo fiorentino Pietro Paolini, membro del collettivo TerraProject, che porta nelle strade di Sarroch il suo lavoro ‘Buscando a Bolivar’ L’installazione fotografica, che intende valorizzare il contesto urbano del paese, verrà allestita nelle rive del Rio Is Cannas, in un percorso accessibile dalla via Cagliari e dalla via Verdi.

 

Dal 2004 al 2014 Paolini ha viaggiato attraverso il Sud America per osservare e immortalare il cambiamento sociale e politico in atto. In particolare il suo reportage si è concentrato su Bolivia, Ecuador e Venezuela durante le presidenze di Evo Morales, Rafael Correa e Hugo Chávez. All’alba del nuovo secolo, l’onda lunga di un nuovo Socialismo aveva travolto democraticamente gli annosi governi corrotti di tutti i paesi del Sur. Nonostante molte differenze di programma politico e di contesto dei protagonisti, questi nuovi leader hanno movimentato le masse appellandosi all’eredità di Simón Bolívar, colui che condusse i Paesi latinoamericani all’indipendenza dalla Spagna, simbolo di liberazione dal neoliberismo economico. Territori ricchi di risorse ma svenduti alle multinazionali, segnati da vergognosa povertà, disuguaglianza e sfruttamento rialzavano la testa.

 

Con questa premessa va osservato il lavoro di Paolini, che ha ottenuto premi e riconoscimenti a livello internazionale. L’opera documenta per immagini la complessità fervente e rivoluzionaria di quei territori, mette in luce le contraddizioni delle realtà socio-politiche in evoluzione, di popoli pronti ad avviare cambiamenti radicali, in lotta per il progresso e per la ricostruzione delle loro identità nazionali. Lo strumento fotografico cattura senza filtri momenti di vita quotidiana di tre Paesi sudamericani diversissimi dagli stereotipi occidentali, catturando un’istantanea del processo culturale, economico e politico in atto.

 

Siamo dinanzi ad un progetto rarefatto e sospeso, in cui visione contemporanea e realismo magico coesistono e si integrano mirabilmente, facendoci intravedere le grandi speranze ma anche le grandi contraddizioni dei tre Stati sudamericani che il fotografo ha attraversato in lungo e in largo. E il progetto si struttura proprio su quell’aura di speranza che il fotografo ha respirato nel continente sudamericano, sull’entusiasmo collettivo per una intravista possibilità di cambiamento e per una società più egualitaria.

Sebbene tali aspirazioni popolari siano state poi smentite e rinnegate dalle azioni della politica, questa forte voglia di un mondo nuovo, intercettata da Paolini, rimane impressa nel suo lavoro fotografico. Un racconto in immagini fortemente intriso di realismo magico, nella sua accezione più contemporanea, di una sospensione e immobilità temporale che si intreccia a una restituzione analitica di informazioni e dettagli. Una fotografia capace di trovare un punto di equilibrio tra mondo esterno e interiorità.

 

Pietro Paolini è nato a Firenze nel 1981. La sua narrazione visiva sa mediare tra reale e soggettivo, attraverso un approccio visivo fatto di esplorazione e casualità, interrogativi e complessità. Pluripremiato per le sue mostre e i suoi lavori, nel 2006 ha fondato insieme ad altri quattro fotografi il collettivo TerraProject, che si occupa di tematiche sociali e geografiche italiane realizzando progetti collettivi di fotografia documentaria.

 

Domenica 19, alle 10, verrà inaugurata anche un’altra mostra a Sarroch, che poi proseguirà sino a domenica 26. Organizzata dall’Associazione Turistica Pro Loco Sarroch presso Villa Siotto, si intitola ‘Fill’e chini sesi’ e sarà visitabile dal lunedì al venerdì con orari 9.30-12 e 15.30-18; sabato e domenica la chiusura sarà prorogata alle 20.

 

Chi siamo? Da dove veniamo? Sono le domande che si sono fatti gli organizzatori della mostra, alle quali hanno provato a dare risposta con la stesura del progetto, che coinvolge tutta la cittadinanza di Sarroch, famiglia per famiglia. Oggi con le nuove tecnologie siamo sicuri di lasciare ai posteri un patrimonio visibile e facilmente accessibile con i social network. Il patrimonio culturale del passato veniva invece trasmesso tramite lasciti scritti, fotografie, qualche video. L’esposizione permette quindi di rendere pubblico e fruibile questo enorme materiale che custodisce la storia del paese e dei suoi abitanti.

 

L’edizione 2023 del Festival è promossa dal Comune di Sarroch, con il sostegno della Fondazione di Sardegna e della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla P.I. BB. CC. Il coordinamento organizzativo è affidato all’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo.

 

 

 

 

 

 

Tags: sarrochart
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