Edoardo, la lettera commovente 21 anni dopo il tumore sconfitto

La storia commovente del cagliaritano Edoardo Scarpetta: nel 1994, durante la lotta per la vita affetto da un tumore, scrisse una lettera a se stesso e ai suoi cari. Rileggerla oggi è un messaggio di speranza per dimostrare che anche le malattie si possono affrontare con coraggio


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Il 3 marzo 1994 ho scritto la lettera che segue. Una volta scritta l’ho sigillata e mi sono ripromesso di leggerla il giorno del mio cinquantesimo compleanno. Ero in Ospedale a Busto Arsizio …

” Oggi e’ il 3 marzo 1994.
Sto aspettando notizie circa il mio futuro, circa la mia malattia, in questo ambiente surreale fatto di luci al neon e di vetri protettivi. Da oggi sono ufficialmente radioattivo.
Tutto qui e’ monocolore e monodore. Il pollo sa di metallo, il pesce sa di metallo, l’acqua sa di metallo, la Vita sa di metallo. La musica quasi non la ascolti tanti sono i pensieri che ti passano per la mente. Sono qui da meno di due giorni e mi assale un senso di claustrofobia che deriva dalla voglia intensa di libertà, di tornare a fare quello che facevi prima e che magari nemmeno ti piace. Pensi a cosa hai lasciato al di la’ dei vetri, pensi a persone che ci sono e ad altre che ci dovrebbero essere e non ci sono. Il cervello fluttua in una dimensione spazio temporale surreale , in quasi totale assenza di rumore di normale umanità’ . Sono ormai a un livello onirico metafisico che si fa gioco della malattia che mi appare lontana e al contempo così vicina.
Ripercorro la mia infanzia, adolescenza, fatta di case di ringhiera e sacrifici, ma anche di grande amore e di gioia. Ricordo la scuola, i miei compagni, le prime esperienze, ricordo il mio esame di maturità’ , il militare i miei amici.
Sento vicino mio padre, so che e’ qui con me con la sua sigaretta e il suo sorriso beffardo , so che e’ pronto a lottare con me.
E poi penso ai progetti da strappare, alla vita che mi scivola via, a te che hai avuto paura della mia malattia, a te che pensavo una parte di me , a te che non ti sei avvicinata al mio letto, a te che oggi vedo troppo lontana.
Penso a mia madre che mi sostiene e mi evita di cadere nell’abisso dei miei pensieri, penso alla mia Sardegna , ai miei affetti, alla Famiglia, e penso anche ( perdonatemi) al mio Cagliari che mi ha regalato la partecipazione all’UEFA( per me un sogno sportivo)…insomma penso a tutto quello che c’è’ oltre al vetro, oltre questa luce al neon, oltre il silenzio, oltre l’assenza di vita reale .
Penso a cosa mi aspetta, a chi mi aspetta , a quello che dovrò lasciare…. Penso, penso, penso ..ma alla fine tutto dipenderà da Te, da Te che deciderai il mio destino.
..
Se leggero’ questa lettera vuol dire che oggi e’ il 22 luglio 2015 e che ho 50 anni.
Forse sarò’ sposato o forse no, forse avrò figli o forse no, forse vivrò a Milano, forse in Sardegna , forse avrò dovuto sopportare nuovi lutti e malattie, forse……
Non so cosa potrà succedere ma ora 1994 e’ importante che succeda. Spero solo di poter condividere questo cinquantesimo compleanno con mia madre, con la mia famiglia, con i miei amici e spero di poter dire
CE L’ABBIAMO FATTA ANCORA UNA VOLTA.

A mia madre a tutti coloro che hanno voluto e mi vorranno bene e che lotteranno con me sino alla fine.

F.to Edoardo Scarpetta.”

…..LETTERA LETTA IL 22 Luglio 2015 a CAGLIARI.

 


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