Il Cagliari supera il turno col Modena ai rigori dopo una partita giocata sul filo del rasoio ma restano molte ombre sulla dimensione della squadra e su alcune scelte tecniche. Una delle frasi più importanti di Zeman è quella che definisce“il risultato casuale, la prestazione no”. Le ultime due gare del Cagliari con la Fiorentina e il Modena hanno visto i rossoblu in una fase involutiva. Dopo 13 giornate la squadra non ha ancora una fisionomia precisa e in particolare la partita con gli emiliani in Coppa Italia ha mostrato i limiti di un gruppo che non ha ancora metabolizzato gli insegnamenti e il credo di Zeman. In campo non si è vista l’impronta del tecnico. Troppi i palloni buttati con giocate e situazioni dettate dal caso, senza una logica e con palle alte in una squadra di piccoli e brevilinei. In considerazione delle caratteristiche del gioco di Zeman, preoccupa la scarsa percentuale di realizzazione e la troppa facilità con cui la squadra subisce gol. La classifica dell’Indice di pericolosità offensiva realizzata dalla SICS (Software servizi per lo sport) in collaborazione con la Lega Calcio, un parametro che tiene conto di una serie di eventi (da un calcio d’angolo a una conclusione dentro l’area, da un cross senza colpo di testa ad una punizione laterale), assegnando loro un diverso peso (positivo) in base all’importanza, pone al quarto posto il Cagliari di Zeman dopo Napoli, Juventus e Lazio.
L’attuale classifica dimostra che la squadra non ha ancora assimilato in pieno i principi del 4-3-3 e conferma comunque che Zeman predilige il calcio come divertimento e cerca di trasmettere una cultura diversa e propositiva ad una squadra che ha mostrato progressi nella fase offensiva ma è poco cinica. Farias e Sau sono gli unici che sanno mettere in pratica i movimenti richiesti dal tecnico, eseguono i tagli e vedono la porta. Finalmente giovedì è esploso Longo e potrebbe essere arrivato il suo momento. I problemi e la mancanza di equilibrio della squadra restano a centrocampo, dove Conti e Cossu si dannano l’anima in ogni partita ma tengono troppo la palla rendendo inutili i movimenti senza palla di Balzano e Avelar sugli esterni;di conseguenza ne risente la fluidità della manovra e non vengono rispettati i tempi di gioco. Crisetig è un buon giocatore ma soffre il confronto col capitano, Dessena è l’ombra del combattente che conosciamo, sbaglia troppo ed Ekdal in fase propositiva sta facendo un ottimo campionato ma non è certo Nainggolan. E’ ancora un mistero il rendimento di Joao Pedro nel campionato italiano e sorprende l’accantonamento di Murru considerato uno dei migliori 10 talenti in Europa. Troppi i dubbi per Donsah che vene utilizzato col lumicino e per la fragilità di Caio Rangel. Un capitolo a parte merita Ibarbo che dotato di una tecnica straordinaria e di una velocità fuori dal comune è ancora discontinuo e probabilmente non è ancora conscio del suo reale valore. Deve crescere in termini di personalità e acquisire quella sicurezza che messa al servizio della squadra lo renderebbe un giocatore da Pallone d’oro.
In ogni caso i dati statistici che riguardano il Cagliari sono comunque interessanti. Guardare le partite dei rossoblù di Zeman garantisce emozioni e divertimento e riavvicina le persone al calcio. Le squadre del tecnico boemo sono sempre uno spettacolo, con pericolosità offensiva e rischio difensivo molto alti. I rossoblù, paradossalmente, sono tra le prime 10 squadre che subiscono meno pericoli in Serie A. Ma con una difesa alta fino al centrocampo, bastano poche azioni degli avversari per prendere gol ed avere un rischio difensivo non particolarmente alto. La partita con più episodi offensivi della Serie A, è stata l’ultima giocata dal Cagliari contro la Fiorentina: 90 punti di IPO contro i 101 della Fiorentina. Solo che i rossoblù hanno sbagliato l’impossibile e non hanno segnato, mentre la squadra di Montella ne ha fatti 4. In questa prima fase della stagione la squadra ha riportato entusiasmo nei suoi tifosi ma sono emersi dei limiti che richiedono l’intervento della società nel mercato di gennaio con almeno un rinforzo di qualità in ogni reparto. L’obiettivo del Cagliari non è quello di vincere lo scudetto ma divertire e regalare tante soddisfazioni ai suoi tifosi puntando su giocatori motivati e di spessore che facciano la differenza. Chi non crede nel lavoro del tecnico boemo è giusta che vada via. Con Zeman nessun obiettivo è precluso ma il tempo degli esperimenti è finito e lunedì al Sant’Elia, alle 19,00, arriva il Chievo. La prima vittoria in casa del campionato non si può più rimandare.