“Zedda spende 10mila euro per spiegare ai bambini che esistono i gay”

Scontro sul piano anti omofobia nelle scuole di Pirri e Mulinu Becciu. Il centrodestra: “Il Comune paga gli esperti per spiegare ai bambini che se vogliono cambiare sesso non c’è problema, questo è assurdo”. Il Comune: è un piano contro le diversità di genere per prevenire atti di bullismo ed emarginazione


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Scontro sul piano anti omofobia nelle scuole cagliaritane. “Con la determinazione n° 11214/2013 il Comune di Cagliari pagherà degli ‘esperti’ per andare nelle nostre scuole elementari a spiegare ai bambini che se sono maschietti ma vogliono diventare femminucce non c’è nessun problema. Di certo non starò a guardare!”. A lanciare l’affondo è Edoardo Tocco di Forza Italia, candidato alle prossime elezioni regionali, consigliere regionale uscente. Ma un po’ tutto il centrodestra nelle ultime ore sta gridando allo scandalo per un progetto col quale il Comune, nelle scuole di Pirri e Mulinu Becciu, punta a combattere la “discriminazione delle diversità”. Un piano che sembra spezzare in due le ideologie educative: da una parte il centrosinistra che ritiene opportuno prevenire eventuali atti di bullismo nei confronti di ragazzi omosessuali, dall’altra il centrodestra che invece  sostiene sia un delitto spiegare ai bambini che esistono anche gli omosessuali, i gay e i trans, e che il concetto di famiglia nella nostra società non è più soltanto quello tradizionale di una volta.

“Il comune di Cagliari spende 10000 euro per spiegare ai bambini (BAMBINI) in due scuole elementari che oltre a uomo e donna esistono anche gay, lesbo, trans e chissà cosa”, attacca su Fb  Marco Pili, dirigente di Forza Italia Giovani. Per ora non ci sono reazioni dalla maggioranza, ma è chiaro che il caso è destinato a esplodere. Sotto elezioni, il centrodestra accusa il sindaco Zedda di spendere soldi in tempi di crisi per un piano anti omofobia nelle scuole. Che in realtà per molti è giustissimo, ma che ad altri sembra invece diseducativo. Spulciando nel progetto firmato dai dirigenti comunali Ersilia Tuveri e Giambattista Marotto, l’obiettivo dell’iniziativa è “contrastare gli stereotipi di genere che producono segregazione e limitano la piena espressione della persona”. E ancora “fare riflettere i bambini sulla propria identità di genere e sulle proprie aspirazioni e desideri, fare riflettere sulla positività della differenza, integrare nelle diversità la scuola e il territorio”. Ma secondo Forza Italia, tutto ciò non è educativo, “Ecco cosa accade con il Centrosinistra al potere: educazione fin dalle scuole primarie (elementari) sulle identità sessuali dei bambini. La loro propaganda con 4 soldi pubblici…”, attacca Salvatore Deidda di Fratelli d’Italia. Metre Daniele Caruso, segretario di La Destra, promette battaglia: “Alcuni genitori allarmati riferiscono che due scuole cagliaritane stiano preparando un “progetto sperimentale” di educazione ai fantomatici “cinque generi sessuali”. Se è una forzatura l’educazione sessuale di giovani menti che al sesso ancora non pensano per natura, inculcargli l’esistenza di “generi sessuali” che tali non sono, è per noi una forma di violenza psicologica che viola l’innocenza dei nostri figli per piegarla a ripugnanti interessi ideologici e propagandistici, con “progetti sperimentali” sui nostri figli. In attesa di capire se queste voci insistenti siano fondate, promettiamo fin da adesso un forte contrasto, con qualsiasi mezzo lecito e idoneo, a quella che sarebbe una insopportabile manipolazione della psiche di bambini e ragazzi”. Silvia Doneddu di Sel invece la pensa in maniera diametralmente opposta: “Capisco che siamo in campagna elettorale e Tocco deve cercare di aggrapparsi a qualsiasi dichiarazione, ma ad alcuni sfugge che magari stando zitti, senza parlare troppo, farebbero una figura migliore. Capisco anche che per alcuni le politiche pubbliche sono cosa troppo complessa ed è x tale ragione che il massimo dell’azione da loro contemplabile sia spendere e regale soldi, nostri,per festeggiare il compleanno di Barbie”.

Chi ha ragione?

Questi gli obiettivi del progettio: 

1- contrastare gli stereotipi di genere che producono segregazione e limitano la piena espressione e realizzazione della persona; 2- far riflettere i bambini sulla propria identità di genere e sulle proprie aspirazioni e desideri; 3- far emergere come ogni bambino ha percezione di sè in base alla propria identità di genere; 4- sensibilizzare per far riconoscere e comprendere i concetti di diversità, pregiudizio e stereotipo nella vita quotidiana e nella cultura diffusa; 5- far riflettere sulle discriminazioni e sulla positività della “differenza”; 6- promuovere e diffondere la cultura di parità tra insegnanti, famiglie e operatori scolastici coinvolti nel progetto, per attuare un percorso condiviso di decostruzione di logiche discriminanti e di promozione dell’integrazione delle differenze, combattendo le cause fondamentali della discriminazione di genere, degli atti violenti, misogeni ed omofobi.


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