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Villasimius – La torre di Porto Giunco come nel 1612: ultimati i lavori di restauro conservativo, il prezioso monumento, che sovrasta la spiaggia, è nuovamente a disposizione di tutti coloro che vogliono ammirare la fortezza di avvistamento spagnola. Il sindaco Gianluca Dessì: “Abbiamo seguito scrupolosamente le indicazioni da parte della soprintendenza e riportato la torre al suo antico splendore”. Non è passato inosservato quel manto candido che avvolge il tronco conico, quello che, sino a dicembre dello scorso anno, era caratterizzato da massi e pietre. “Una colata di intonaco” è stata l’idea di tanti che, allarmati, hanno espresso dubbi sui lavori appena conclusi: niente paura, però, il primo cittadino Dessì rassicura tutti. Potrà sembrare diversa “per chi non l’ha conosciuta nel 1612, ma questo è l’aspetto originale della torre. Il Comune in questi casi poco fa se non seguire le direttive da parte della soprintendenza. Un restauro conservativo può piacere o non piacere, questo è stato eseguito scrupolosamente”. Da tre anni un’ordinanza impediva a cittadini e turisti di avvicinarsi alla torre, la salsedine aveva deteriorato a tal punto i materiali che, molte volte, erano caduti al suolo. Non solo: “Anche in acqua”. Un pericolo costante, insomma, per i tanti bagnanti che, ogni estate, prendono d’assalto il territorio di Villasimius.
La torre potrà essere, dunque, ammirata nuovamente da vicino, senza alcun rischio: il suo interno rimane ancora blindato, per il momento, ma poco importa per chi è amante di ciò che il passato ci ha regalato e, ancora oggi, può raccontare vicende e storie che l’hanno caratterizzato. “Contiamo di proporre un’inaugurazione con la sovrintendenza” aggiunge il sindaco, intanto l’opera, per la quale sono stati spesi 250 mila euro, di fondi pubblici, con l’aggiunta di ulteriori 50 mila euro estrapolati dalle casse del Comune, è pronta, come quando era stata costruita in passato per contrastare i pirati barbareschi e che, oggi, rappresenta uno dei simboli principali di tutto il territorio.
(Foto Davide Loi e Valentina Piras)