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(Nella grafica, in alto a sinistra il 60enne pluripregiudicato cagliaritano di via Seruci, Marco Mura)
Ancora droga, spaccio, soldi e il bunker immancabile in via Seruci, a Cagliari. Nell’ambito di un servizio specifico per il contrasto allo spaccio delle sostanze stupefacenti, intensificati per rispondere alle esigenze dei cittadini che sempre più spesso si rivolgono alla Polizia di Stato per chiedere prevenzione e sicurezza, gli investigatori della Squadra Mobile, unitamente a personale del Reparto Prevenzione Crimine “Abbasanta” e del Gruppo Cinofili, hanno tratto in arresto Marco Mura, 60enne cagliaritano, pluripregiudicato, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
IL BLITZ. Intorno alle 8.00 i poliziotti si sono introdotti in una palazzina di via Seruci dove era stata segnalata un’intensa attività di spaccio. Approfittando dell’apertura della porta, gli operatori sono intervenuti riuscendo a bloccare la chiusura totale del portoncino di ingresso mantenuto protetto da una grossa catena in acciaio munita di moschettoni e fissata saldamente al muro in modo da fungere da blocco per un eventuale apertura/sfondamento dall’esterno. Da una fessura i poliziotti hanno notato un uomo che si trovava all’interno dell’appartamento e che, accortosi della presenza della Polizia un uomo, con fare concitato correva verso il bagno posto frontalmente all’ingresso e buttava qualcosa nel water, che però non riusciva ad evacuare. Una volta fatto ingresso nell’appartamento hanno provveduto a bloccare il soggetto, identificato, già noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti specifici.
LA DROGA. Dalla perquisizione, all’interno del water e in diversi punti dell’abitazione, è stato rinvenuto un quantitativo di sostanza stupefacente pari a 155 dosi termosaldate consistenti in gr. 12,76 lordi di cocaina e di gr. 15,23 lordi di eroina e la somma di 7.615 euro in banconote di vario taglio nonché tutto il materiale per il confezionamento della sostanza. Gli accertamenti effettuati hanno permesso di scoprire che la casa era stata dotata di strumenti appositi per essere resa funzionale allo spaccio: uno spioncino digitale montato sul blindato d’ingresso che permetteva una visione nitida e “grandangolare” del pianerottolo e delle persone che si presentavano alla porta; una catena in acciaio cementato lunga circa 150 cm con due moschettoni all’estremità applicata a ridosso del blindato d’ingresso fissata a due anelli in acciaio saldamente ancorati ai muri di sostegno della stessa porta che funge da dispositivo di sicurezza per consentire un’apertura sufficiente per la ricezione del corrispettivo in denaro e la cessione dello stupefacente, salvaguardando gli spacciatori da irruzioni delle forze dell’ordine o malintenzionati. Di interesse e significativo per l’attività illecita di Mura il rinvenimento di un rilevatore di microspie di qualità di fabbricazione israeliana. Tratto in arresto su disposizione del pm è stato accompagnato presso la casa circondariale di Uta.