Vertenza Comdata a Cagliari, vittoria dei lavoratori: reintegrati in WindTre

Nei 2017 i lavoratori erano stati ceduti a Comdata con condizioni meno vantaggiose. Ma i sindacati si erano rivolti ai giudici e hanno vinto in secondo grado: ora torneranno al lavoro in Wind Tre da giugno


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Ci sono volute due sentenze, di primo e secondo grado, per convincere WindTre a riportare a casa parte dei lavoratori ceduti a Comdata nel 2017, insieme al ramo d’azienda, con il parere negativo dei sindacati.
L’accordo è stato firmato ieri da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil nazionali e territoriali e prevede il reintegro di 145 operatori della sede cagliaritana (e altri 87 delle sedi a Palermo, Roma e Genova),
dal 1 giugno.

Contro la decisione di esternalizzare il servizio di call center i sindacati si erano mobilitati sin da subito ma il percorso era stato inesorabile e WindTre aveva tirato dritto sulla strada della cessione a Comdata. Una strada poi sbarrata dai giudici del Tribunale di Milano e, chissà, magari anche da quelli del Tribunale di Cagliari che ancora si devono esprimere per altri 44 lavoratori.

Per capire, un passo indietro. Nel 2017, fra proteste, scioperi e manifestazioni, si compie il passaggio in Comdata di oltre duecento operatori. I sindacati, pur non condividendo l’operazione, a cessione
avvenuta firmano un accordo affinché il passaggio sia meno svantaggioso possibile, con garanzie sui livelli contrattuali e gli stipendi. E’ un punto importante della vertenza certo, ma non sono soddisfatti. Contestano la cessione in toto: “Non aveva senso allora e non ha senso oggi considerare l’attività di servizio clienti svolta dal call center come un mero costo di cui liberarsi”, spiega il segretario Slc Cgil Sardegna Antonello Marongiu sottolineando che, “non a caso, le aziende di telecomunicazioni stanno progressivamente
rivalorizzando quei servizi investendo sulle risorse interne, come accade ad esempio sul nostro territorio con Tiscali e Sky”.

La vertenza, infatti, va avanti. I lavoratori sono messi a dura prova da una scelta non facile: accettare un incentivo economico per il cambio di azienda rinunciando alle cause o passare a Comdata senza
incentivo ma riservandosi di ricorrere contro WindTre. Trenta scelgono la prima opzione, degli altri, 144 avviano le cause al Tribunale di Milano, altri 44 in quello di Cagliari.

Il primo risultato arriva dopo la sentenza di primo grado che impone a WindTre il reintegro dei lavoratori. L’azienda cede in parte, rimette in organico 144 lavoratori ma li lascia in distacco a Comdata. Il sindacato incassa il risultato, a settembre 2019 firma l’accordo alido due anni e attende la sentenza di secondo grado che, quando arriva, conferma il primo giudizio. E’ a questo punto che WindTRe cede del tutto: rinuncia alla Cassazione e, finalmente, firma l’accordo di ieri che prevede il reintegro totale dal 1 giugno, sede di lavoro i
nuovi uffici WindTre in Piazza Deffenu.

Questa vicenda, che riterremo conclusa solo quando tutti i lavoratori verranno reintegrati, dovrebbe insegnare qualcosa e servire come monito alle aziende – conclude Antonello Marongiu – perché troppo
spesso, negli scorsi anni, hanno assunto decisioni scellerate perdendo in qualità, sostenendo inutili spese legali e costringendo i lavoratori a scegliere tra incentivi, imposizioni aziendali o cause legali”.

Uilcom. “Dopo quattro anni dall’inizio della vertenza WindTre per i lavoratori è arrivata finalmente la parole fine”. Lo annuncia il Segretario Regionale Generale della Uilcom Sardegna, Tonino Ortega, esprimendo soddisfazione per l’accordo firmato ieri da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil nazionali e territoriali che prevede il reintegro a tutti gli effetti di 258 lavoratori, di cui 145 della sede di Cagliari, dal 1° giugno.

“Da subito denunciammo i rischi che la decisione scellerata di esternalizzare il customer avrebbe provocato con evidenti ricadute sociali sui lavoratori – spiega Ortega -. All’epoca della cessione la sede di Cagliari contava più di 500 dipendenti oltre la metà dei quali, forse anche per paura del futuro, decisero di accettare un incentivo economico per fuoriuscire. Di quelli rimasti, poco più di 200 decisero di fare causa, 158 sul foro di Milano e un’altra cinquantina nel foro di Cagliari. Si aprì una vertenza sindacale importante con scioperi e manifestazioni che purtroppo non furono sufficienti a scongiurare questa operazione. Oggi, al termine di una battaglia giudiziaria che ha visto i lavoratori vincere nei due gradi di giudizio, è stato finalmente firmato l’accordo la decisione di WindTre che dà ragione ai lavoratori che con forza si sono opposti a quest’ingiustizia, – spiega il segretario regionale della Uilcom Sardegna – ma la battaglia non è finita per i 44 lavoratori ancora in attesa di giudizio nella sede di Cagliari e per i quali ci batteremo al fine di trovare una soluzione definitiva in linea con la sentenza che sancisce l’illegittimità e la nullità di quella cessione di ramo d’azienda. Adesso inizia il vero confronto con WindTre per far sì che questi lavoratori abbiano la giusta dignità all’interno dell’azienda, perché non permetteremo che i lavoratori reintegrati siano considerati come una ruota di scorta”.


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