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“Un detenuto di 67 anni di Guasila E.S., ristretto nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta, attende da due anni di subire un intervento chirurgico alla prostata. Una situazione inaccettabile per una persona che vive una condizione di perdita della libertà in stato di salute precaria”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme “, sottolineando “la gravità della situazione peraltro segnalata più volte dai Medici dell’Istituto Penitenziario.
“L’uomo – sottolinea Caligaris – lamenta la mancanza di risposte nonostante i solleciti e lo sciopero della fame, della sete e dei medicinali portato avanti per una settimana. La vicenda appare poi come una beffa perché E. S. ha dovuto rinunciare a svolgere qualunque attività lavorativa in carcere in attesa dell’intervento chirurgico e non si è visto respingere l’istanza di trasferimento in una Casa di Reclusione all’aperto per le non idonee condizioni di salute”.
“Nello scorso mese di agosto, il coordinatore sanitario della Casa Circondariale ha ampliato la richiesta di offerta sanitaria alle Casa di Cura convenzionate con il sistema sanitario nazionale. Fino ad ora però – conclude la presidente di SDR – nessuna risposta. Forse è il caso di ricordare che il diritto alle cure e alla salute è sancito dalla Costituzione, sottoscritto dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria con circolari inequivocabili, irrinunciabile principio della sanità penitenziaria. Troppo spesso però non viene pienamente rispettato per i cittadini privati della libertà che si sentono di infima serie “