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Un ragazzino è sotto osservazione nel reparto di chirurgia pediatrica dell’ospedale Santissima Trinità per una brutta ustione a una mano. A causarla è stata l’esplosione di un petardo.
L’ustione, valutata di secondo grado dai medici del reparto che hanno visitato il quattordicenne (dopo le prime medicazioni del pronto soccorso), ha causato al giovanissimo dolori lancinanti. Si apprende così, anche dopo gli appelli, i divieti e le ordinanze rese pubbliche da numerosi Comuni nostrani per impedire i botti di fine anno, che i petardi e affini continuano a esplodere. Ciò accade all’insegna del divertimento di alcuni, dei guadagni di altri, ma anche della preoccupazione dilagante. Tuttavia i petardi continuano a far del male. Infatti se da un lato stimolano sorrisi, dall’altro sono seguiti da lacrime e bruciori (a volte, nel migliore dei casi).
Marcello Polastri