A Cagliari, ieri sera, durante il Consiglio Comunale, si è acceso un importante dibattito sul tema della transizione energetica. All’ordine del giorno, il controverso progetto del parco eolico off-shore nel Golfo degli Angeli. Tra le voci più critiche si sono distinti i consiglieri di opposizione Zedda e Secchi, contrari all’iniziativa. A prendere la parola è stato anche il consigliere Marcello Corrias, che ha contestato apertamente il progetto, sottolineando l’importanza di un approccio equilibrato: “Nessuno di noi è contrario alla transizione energetica, questa però non deve arrecare danno alla città e ai cittadini”. Corrias spiega che la mozione del consigliere Secchi faceva riferimento a un solo impianto, denominato Sardegna2. Tuttavia, il consigliere ha fatto emergere un quadro ben più ampio: “Oltre l’impianto Sardegna2, sono previsti altri tre progetti, sempre off-shore e sempre situati nel Golfo: Sardegna1, Nora Energia 1 e Nora Energia 2, per un totale di ben quattro progetti”. Lo stesso Corrias ha espresso preoccupazione per l’impatto paesaggistico e ambientale che tali progetti potrebbero avere su Cagliari e la Sardegna: “Con tutte queste pale eoliche a terra (3000, da 300 metri ciascuna), si corre il rischio di trasformare la città e l’intera isola in una zona industriale”.
A complicare ulteriormente la situazione, ci sarebbe anche la proposta di costruzione di un gassificatore a Giorgino, che solleva forti preoccupazioni per la qualità dell’aria: “Corriamo il rischio che l’aria diventi irrespirabile” ha affermato il consigliere. Corrias ha posto anche un interrogativo cruciale sul futuro turistico della città: “Chi è il turista che vuole venire dove c’è una Saras in miniatura proprio dentro la città?”. Secondo il consigliere, la realizzazione di questi impianti rischia di compromettere irrimediabilmente il patrimonio paesaggistico e il valore complessivo della città: “Andiamo a svilire il patrimonio, tutta la città perderà di valore”. Corrias conclude con un’amara riflessione: “Stiamo producendo energia per tutta l’Italia e metà dell’Europa. Se ci dobbiamo far distruggere il paesaggio, almeno che ci sia data la corrente gratis, visto che soldi dal turismo non ne faremo più”.