Un incoraggiamento per Leonardo che giunge dal cuore, quello di Walter Ledda 39 anni, che a 15 anni ha subito l’amputazione di un piede: ora sfoggia 2 medaglie d’argento conquistate ai campionati italiani di atletica leggera. La protesi usata per le gare? “Vorrei donarla a Leonardo”.
Il cuoco di Sennori, la vittima del tragico incidente avvenuto pochi giorni fa, la sua vita appesa un filo e poi la luce in fondo al tunnel che mette da una parte l’oscurità. Le sue condizioni di salute sono migliorate e tra le persone che fanno il tifo per lui anche Walter, di Porto Torres, che attraverso i social ha voluto lanciare un messaggio di speranza per il giovane cuoco. “Mi sento in dovere di spendere alcune parole per Leonardo. So esattamente come si sente in questo momento la tua famiglia tutti i tuoi amici ma specialmente so benissimo come ti senti tu ora su un letto di ospedale dolorante e con mille pensieri in testa, non ho mai dimenticato anche io quel terribile periodo e me lo porterò nei miei ricordi finché avrò vita. Alcune cose però le posso dire, pensavo la mia vita sarebbe finita li e che non sarei mai più stato felice, pensavo non sarei più tornato a camminare, pensavo non avrei mai più avuto una ragazza. Insomma di cose ne ho pensate veramente tante. Ero solo un ragazzino di 15 anni e la vita stava appena sbocciando. Dicevo sempre perché ma perché proprio a me? Poi con il tempo ho provato a girare questa domanda. Perché non a me? ricordo che il mio periodo più brutto è stato giusto il primo mese, non dimenticherò mai una persona che è venuta a trovarmi all’ospedale che ringrazierò per il resto della mia vita, io ancora stavo in carrozzina per via dei punti ancora al moncone, questa persona mi disse: Walter tu non tornerai dinuovo a camminare ma potrai dinuovo correre se lo vorrai. Io incredulo li urlai contro piangendo, non è possibile guarda come sono guardami…. Io allora non avevo mai visto una protesi in vita mia e non sapevo nemmeno esistessero cose del genere, questa persona con pantaloni lunghi di cui io non mi ero accorto di niente avesse una protesi. Si alza il pantalone e inizia a camminare. Guarda Walter questo è un caso come il tuo e se lo vorrai guarda come potrai camminare dinuovo, la verità? Sono rimasto scioccato senza parole perché non riuscivo a crederci ma era tutto reale questa persona amputata camminava non bene ma di più di una persona con tutti gli arti in carne e ossa con una protesi artificiale. Dopo il mio incidente è stato quel giorno che mi sono detto devo tirare fuori gli attributi e continuare a vivere. Posso farcela anche io, sapete il bello? Ancora non sapevo dell’esistenza delle protesi sportive come quelle da corsa. Dopo circa 6 mesi per la mia prima volta sono andato a Bologna per fare la mia prima protesi da camminare, ero entusiasta come un bambino, anzi come un neonato che fa i suoi primi passi. Ricordo come se fosse ieri l’ortopedico che mi ha messo la protesi con testuali parole: Walter mi raccomando pian piano il moncone deve abituarsi un po’ alla volta non sforzare troppo, esattamente queste erano le parole ma io non ci ho visto più e come mi mette la protesi l’ortopedico iniziai a correre come un matto e cadendo ai miei primi passi, cadevo e mi rialzavo, correvo ancora e ricadevo per un po’ di volte e mi rialzavo per correre sempre di più. Ricordo che mentre ero fuori in un grande parco che rincorrevo le galline.
Il capo meccanico che ringrazierò anche lui fin quando avrò vita, mi disse: Walter hai finito di sforzare il moncone e di dare fastidio alle galline? Io testardo dicevo ma io ho voglia di correre. Da quel giorno il capo meccanico mi disse: facciamo una cosa Walter, io ti faccio avere una protesi da corsa e tu mi prometti che ti iscrivi in una società di atletica e andrai a correre, me lo devi promettere altrimenti ti riprendo la protesi da corsa. Io con le lacrime al viso risposi ma davvero mi farà una protesi da corsa? Certo Walter. Lo abbracciai e ho risposto siiiiiiiiii e le prometto che c’è la metterò tutta e che correrò più veloce che potrò. E così subito mi ha fatto avere la protesi da corsa. Subito dopo 3 mesi mi sono ritrovato con una protesi da corsa e sopra un podio con 2 medaglie d’argento ai campionati italiani di atletica leggera. LEDDA UN FULMINE SULLLE BREVI DISTANZE”.
Una testimonianza che non può che essere un punto di forza non solo per Leonardo, bensì per tutti coloro che oggi attraversano un periodo difficile.
“Ogni volta che leggevo quell’articolo mi emozionavo moltissimo e mi dicevo ma guarda un po’ fino a poco tempo fa pensavo che la mia vita fosse finita e che non avrei più camminato. Dopo qualche anno mi sono ritrovato addirittura a correre con colossi fenomenali, campioni mondiali alle Pre Paralimpiadi del 2004 dove ho conosciuto gente di tutto il mondo e dicevo noooo. Questo è il massimo che io possa ricevere. Mi chimarono un sacco di persone come sponsor, diverse società a Milano che volevano mi iscrivessi con loro ma anche qui nella mia amata Sardegna a Cagliari. Io però non ho voluto spostarmi dalle vicinanze e rimasi ad allenarmi a Sassari allo stadio dei Pini e poi anche a Sorso alla piramide e poi anche a Porto Torres. Che dire: ho continuato per qualche anno le mie soddisfazioni, mi sono bastate così ed ero felice. Lo so potevo continuare avere molto di più ma per me era già il massimo e mi bastavano quelle soddisfazioni, poi l’età va avanti ora ho una famiglia tutta mia, una moglie fantastica e una figlia bellissima che è la cosa più bella al mondo che mi potesse capitare. Cosa potrei chiedere di più? Se 25 anni fa pensavo che la mia vita fosse finita li e ora vi sto raccontando un po’ di queste cose, che corro più di prima e che mi sono creato una bellissima famiglia tutta mia, cosa è che si può desiderare di più? Per questo vorrei dare questo messaggio a Leonardo che in questo momento non deve assolutamente pensare non c’è la faccio. Si la vita non sarà più la stessa di prima questo è vero ma io posso assicurare che la vita non finisce lì e che purtroppo la vita con una mano ci toglie ma la vita con un’altra mano ci da anche e dobbiamo essere pronti a cogliere le nuove occasioni che ci capiteranno nella vita senza mai mollare perché purtroppo chi molla è perduto. Dobbiamo sempre avere la forza di andare avanti qualsiasi ostacolo e avversità la vita ci pone davanti, forza Leo non mollare supera questi momenti e riprenditi presto piú forte che mai”.
Il capo meccanico che ringrazierò anche lui fin quando avrò vita, mi disse: Walter hai finito di sforzare il moncone e di dare fastidio alle galline? Io testardo dicevo ma io ho voglia di correre. Da quel giorno il capo meccanico mi disse: facciamo una cosa Walter, io ti faccio avere una protesi da corsa e tu mi prometti che ti iscrivi in una società di atletica e andrai a correre, me lo devi promettere altrimenti ti riprendo la protesi da corsa. Io con le lacrime al viso risposi ma davvero mi farà una protesi da corsa? Certo Walter. Lo abbracciai e ho risposto siiiiiiiiii e le prometto che c’è la metterò tutta e che correrò più veloce che potrò. E così subito mi ha fatto avere la protesi da corsa. Subito dopo 3 mesi mi sono ritrovato con una protesi da corsa e sopra un podio con 2 medaglie d’argento ai campionati italiani di atletica leggera. LEDDA UN FULMINE SULLLE BREVI DISTANZE”.
Una testimonianza che non può che essere un punto di forza non solo per Leonardo, bensì per tutti coloro che oggi attraversano un periodo difficile.
“Ogni volta che leggevo quell’articolo mi emozionavo moltissimo e mi dicevo ma guarda un po’ fino a poco tempo fa pensavo che la mia vita fosse finita e che non avrei più camminato. Dopo qualche anno mi sono ritrovato addirittura a correre con colossi fenomenali, campioni mondiali alle Pre Paralimpiadi del 2004 dove ho conosciuto gente di tutto il mondo e dicevo noooo. Questo è il massimo che io possa ricevere. Mi chimarono un sacco di persone come sponsor, diverse società a Milano che volevano mi iscrivessi con loro ma anche qui nella mia amata Sardegna a Cagliari. Io però non ho voluto spostarmi dalle vicinanze e rimasi ad allenarmi a Sassari allo stadio dei Pini e poi anche a Sorso alla piramide e poi anche a Porto Torres. Che dire: ho continuato per qualche anno le mie soddisfazioni, mi sono bastate così ed ero felice. Lo so potevo continuare avere molto di più ma per me era già il massimo e mi bastavano quelle soddisfazioni, poi l’età va avanti ora ho una famiglia tutta mia, una moglie fantastica e una figlia bellissima che è la cosa più bella al mondo che mi potesse capitare. Cosa potrei chiedere di più? Se 25 anni fa pensavo che la mia vita fosse finita li e ora vi sto raccontando un po’ di queste cose, che corro più di prima e che mi sono creato una bellissima famiglia tutta mia, cosa è che si può desiderare di più? Per questo vorrei dare questo messaggio a Leonardo che in questo momento non deve assolutamente pensare non c’è la faccio. Si la vita non sarà più la stessa di prima questo è vero ma io posso assicurare che la vita non finisce lì e che purtroppo la vita con una mano ci toglie ma la vita con un’altra mano ci da anche e dobbiamo essere pronti a cogliere le nuove occasioni che ci capiteranno nella vita senza mai mollare perché purtroppo chi molla è perduto. Dobbiamo sempre avere la forza di andare avanti qualsiasi ostacolo e avversità la vita ci pone davanti, forza Leo non mollare supera questi momenti e riprenditi presto piú forte che mai”.