#trivellatuasorella, la campagna sessista: scoppia la polemica sul web

Gli ideatori della campagna a sostegno del referendum contro le trivelle, dopo le polemiche, hanno rimosso l’immagine come richiesto dalle migliaia di internauti imbufaliti.


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Una valanga di polemiche è scoppiata sul web per la campagna #trivellatuasorella a sostegno del referendum del 17 aprile contro le trivellazioni nelle acque italiane. Una campagna quanto meno agghiacciante, come è stata definita da tantissimi internauti, sessista, violenta, misogina, lesiva dell’immagine della donna. Insomma totalmente fuori luogo.

Nell’immagine sotto lo slogan, una donna in ginocchio pronta ad essere stuprata e dietro una trivella. Una campagna che ha fatto inorridire. Un messaggio totalmente sbagliato che ovviamente non è rimasto indifferente agli utenti  causando non pochi malumori.

Gli ideatori dell’agenzia di comunicazione, Beshaped, responsabile di aver ideato la campagna accortisi che il messaggio non era stato recepito, evidentemente, nel modo da loro sperato ha rimosso la campagna e si è scusata attraverso una nota: non era certamente questo il messaggio che intendevamo lanciare, ci scusiamo se con troppa leggerezza abbiamo trascurato di valutare come sarebbe stata accolta la suddetta immagine. Nostro intento era quello di associare lo stupro che si vuole fare dei nostri mari, per motivi legati esclusivamente agli interessi economici di pochi, alla violenza che viene usata contro il corpo di una donna. “Se vuoi stuprare il nostro mare, cui siamo legati per cultura, tradizione, amore viscerale, perché allora non fai la stessa cosa a tua sorella, intesa come una persona alla quale sei intimamente legato, alla quale non faresti mai del male?”. Questo era il senso per noi dell’operazione.”


In questo articolo: