Tra fede e tradizione, ecco la notte dei fuochi di Sant’Antonio: sono stati accesi e benedetti, grande partecipazione in ogni angolo dell’Isola. A Ottana, la danza ancestrale dell’eterna lotta tra ratio e istinto animalesco, movenze e gesta di Boes e Merdules, in contrasto tra loro, che danno ufficialmente il via al carnevale delle maschere tradizionali sarde.
Hanno riscaldato e illuminato gli occhi di chi, ogni anno, partecipa alla preparazione del rito che si rinnova da secoli, quello dei fuochi dedicati a Sant’Antonio. Il corteo dei trattori carichi di sfalci ha anticipato ciò che, al calar del sole, ha dato vita allo spettacolo: roghi, imponenti, che innalzano le fiamme verso il cielo, simboleggiando la vita del Santo e auspicando una annata propensa per chi in campagna lavora incessantemente. Leggende, fede, fascino ma anche mistero che si intrecciano intorno al fuoco, per una sera, per offrire la continuità di una vita che guarda al futuro senza dimenticare le sue radici, ben affondate, in un connubio tra identità e commemorazione verso quei sentimenti che sprigionano la parte più autentica di un popolo che vuole tramandare e rinnovare. “Che i fuochi accesi possano illuminare i nostri cuori e portare calore, speranza” è l’augurio di Monica Cadeddu, sindaco di Decimomannu. Doppia festa per la comunità che ieri ha celebrato festa e patrono “con gioia e devozione”.
Hanno riscaldato e illuminato gli occhi di chi, ogni anno, partecipa alla preparazione del rito che si rinnova da secoli, quello dei fuochi dedicati a Sant’Antonio. Il corteo dei trattori carichi di sfalci ha anticipato ciò che, al calar del sole, ha dato vita allo spettacolo: roghi, imponenti, che innalzano le fiamme verso il cielo, simboleggiando la vita del Santo e auspicando una annata propensa per chi in campagna lavora incessantemente. Leggende, fede, fascino ma anche mistero che si intrecciano intorno al fuoco, per una sera, per offrire la continuità di una vita che guarda al futuro senza dimenticare le sue radici, ben affondate, in un connubio tra identità e commemorazione verso quei sentimenti che sprigionano la parte più autentica di un popolo che vuole tramandare e rinnovare. “Che i fuochi accesi possano illuminare i nostri cuori e portare calore, speranza” è l’augurio di Monica Cadeddu, sindaco di Decimomannu. Doppia festa per la comunità che ieri ha celebrato festa e patrono “con gioia e devozione”.