“Oggi sono qui, dinanzi alla massima assemblea del popolo sardo, in una seduta del consiglio statutaria per riferire su una vicenda che vuole stravolgere, attraverso un procedimento amministrativo, l’essenza stessa del governo regionale, modificando il risultato elettorale, e quindi il voto espresso dai cittadini sardi, dopo meno di un anno dall’insediamento della giunta della nostra maggioranza”. Alessandra Todde va al contrattacco, esattamente un mese dopo aver ricevuto l’ordinanza dei giudici del collegio elettorale della corte d’appello di Cagliari che ne chiedono la decadenza per irregolarità nelle spese elettorali.
Contro quella richiesta la Todde ha già depositato il ricorso in tribunale, ma oggi ha riferito in aula, in pratica sottolineando e ribadendo che se va a casa lei vanno a casa tutti, consiglieri di opposizione compresi.
“Abbiamo ritenuto necessario, se non imperativo, dover ricondurre l’intera vicenda al grado di serietà che merita. Perché, se ancora a qualcuno non fosse chiaro, il provvedimento del collegio regionale di garanzia elettorale, su cui mi soffermerò in seguito, non riguarda me sola ma l’intera forma di governo della Regione Sardegna: gli assessori, i consiglieri di maggioranza e di minoranza e, fatto ancora più grave, riguarda tutti i cittadini sardi, sul loro inviolabile diritto, in quanto cittadini, di votare e di affidare al governo regionale che hanno democraticamente e liberamente eletto, la guida della Sardegna sino al 2029”. Così Alessandra Todde nell’aula del consiglio regionale riferendo sulla vicenda della richiesta di decadenza da parte del collegio elettorale di garanzia per irregolarità nelle spese elettorali.
“Questi aspetti non sono secondari ma costituiscono il vero cuore della questione. Per essere analizzati, discussi, spiegati e, perché no, anche contestati, è però necessario che tutti noi, io in primis, anteponiamo il corretto senso istituzionale alla frenesia mediatica.
Todde cita poi alcuni precedenti e in particolare chiama in causa il governatore del Veneto Zaia. ”Nessuna spesa direttamente sostenuta come già avvenuto in altre regioni, per presidenti di regione di altre appartenenze politiche, come Luca Zaia che per la campagna elettorale del 2015 in Veneto ha dichiarato di non aver sostenuto spese né ricevuto alcun contributo poiché le spese sono state sostenute direttamente dal suo partito ed il suo fascicolo è stato regolarmente archiviato e nessuna richiesta di decadenza è stata predisposta”. Secondo Todde lo stesso è avvenuto ”per decine di consiglieri, eletti e non eletti, i quali non hanno nominato un mandatario e non hanno avuto un conto corrente dedicato, hanno rendicontato con una dichiarazione analoga, i cui fascicoli sono stati regolarmente archiviati”.