Immagini diffuse dal sindaco Andrea Abis e dai cittadini, Nicoletta M., quelle che permettono di ammirare lo spettacolare scenario che si prospetta a chi ama viaggiare nel passato che si affaccia sul mare: una nuova visione che amalgama natura, storia e cultura di un luogo apprezzato fin dal IV millennio a.C.
Migliaia i turisti che ogni anno scelgono Tharros come meta da visitare, esplorare, simbolo di una passione, verso l’archeologia, che mai smette di stupire e far pensare alla grande maestosità di chi, nel corso dei secoli, ha confezionato strutture e opere che, nonostante le avversità del tempo e dei popoli nemici, sono giunte sino a noi. Non necessitano di essere stravolte o tirate a lucido per richiamare l’attenzione, bensì conservate, protette e valorizzate, come l’installazione del giardino di essenze che, pian piano, crescerà per ornare ciò che conduce verso un pezzo di storia antica importante per tutta la Sardegna.
“La missione di scavo, condotta dall’ Università di Bologna e dalla Soprintendenza Archeologica, in collaborazione con l’Università di Cagliari, ha riportato alla luce ampi lembi dell’antica area funeraria che ha restituito, nonostante le note violazioni ottocentesche, importanti testimonianze dei ricchi corredi e dei rituali funerari, in particolare di età punica. Sono stati recuperati abbondanti materiali ceramici, talvolta integri, amuleti, gioielli e manufatti metallici di utilizzo rituale o di impiego pratico che, dopo un attento studio e restauro, verranno esposti al Museo Civico di Cabras” si legge nel sito del Comune che dedica ampio spazio alla ricostruzione della storia di Tharros.