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di Ennio Neri
Furti e consumi alle stelle. Nella piscina di Terramaini a fare acqua è la gestione. È quanto è emerso dal sopralluogo della commissione comunale Sport di stamattina nel grande impianto pirrese. Dopo l’addio della Federazione, sono circa una ventina le società sportive che gestiscono gli spazi acqua. Grazie a concessioni rilasciate annualmente dagli uffici comunali. E stamattina, mentre tra le corsie si nuotava, sotto una fitta cappa di umidità, il presidente della commissione Filippo Petrucci, Rossomori, ha messo a fuoco tutti i problemi dell’impianto.
Assenza di palestra e punto bar, i lavori che hanno tenuto l’impianto chiuso per mesi, ma soprattutto i consumi alle stelle (“7-800 mila euro l’anno”) per contrastare i quali Petrucci ha chiesto la copertura delle vasche nelle ore notturne la possibilità di valutare un sistema di riscaldamento della piscina alternativo a quello attuale. Ma avere un quadro chiaro di tutte le spese è impossibile: perché i vari servizi (gas, acqua, lavori sulle caldaie, ecc) sono gestiti da uffici differenti e che fanno capo a diversi assessorati. C’è anche il problema della spese di guardiania, necessario perché “abbiamo subito ben due tentativi di furto di notte in pochi giorni”, ammettono i funzionari comunali convocati in commissione. Ammette le difficoltà il consigliere di Sel, Andrea Dettori (“è molto grande e difficile da gestire”), duri invece i commenti dell’opposizione, di Loredana Lai e Alessandro Sorgia, Gruppo Misto, quest’ultimo ha chiesto un “report sulle spese in entrata e uscita per riflettere sulla sostenibilità economica dell’impianto”.