Tassisti nel caos a Cagliari: “Coop allo sbando e regole non rispettate, il centralino a Palermo per risparmiare”

Pochi taxi disponibili e fiumi di lamentele. L’ammissione di Mario Congera, presidente della Quattro Mori: “C’è chi rifiuta corse e lavora poco e, secondo un giudice, può farlo. Nove anni fa abbiamo licenziato le centraliniste, anziché pagare 280mila euro ne paghiamo sessantamila a un servizio di radiotaxi siciliano”


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Il Radiotaxi Quattro Mori di Cagliari? “È allo sbando”. A dirlo non è un passante o qualche concorrente, ma il presidente attuale, Mario Congera. Nata 42 anni fa, la cooperativa conta 72 dei centocinque tassisti che operano a Cagliari città. Corse introvabili la notte e nei weekend, lamentele a go go. Congera lo sa e ammette: “C’è una parte dei colleghi, circa la metà, che non lavora come autista su piazza ma opera in un altro modo. Noi vorremmo accettare tutte le chiamate, ma così è impossibile. C’è chi lavora poco, di meno, e secondo un giudice può farlo”. Congera si riferisce all’espulsione di 13 tassisti della Quattro Mori, qualche mese fa, perché giudicati “poco produttivi”. Hanno fatto ricorso e hanno vinto il primo round. “È il Comune che deve fare rispettare le regole, abbiamo avuto due incontri con l’assessore Alessio Mereu ma non è cambiato nulla. Sì, è vero che c’è chi fa solo corse lunghe e non è disponibile per quelle brevi, ma si tratta di una minoranza”.
E un problema, legato anche ad alcuni casi di scortesia, oltre che di irreperibilità dei taxi, riguarda anche il centralino. Si chiama lo 070400101 ma non si risponde da Cagliari: “No, le chiamate vengono prese da una società siciliana, con sede a Palermo. Ci siamo affidati a loro per risparmiare, paghiamo 60mila euro all’anno anziché 280mila. Nove anni fa, per tagliare alcuni costi, abbiamo licenziato le nostre centraliniste”. Intanto, trovare un taxi a certe ore è quasi impossibile: “Non è sempre così”, giura Congera, “ma sappiamo che capita. Serve una regolamentazione da parte dell’amministrazione comunale. Tra noi c’è chi fa solo questo lavoro e deve pensare a come arrivare, da gennaio a dicembre, alla fine del mese”. Dall’altro lato, però, c’è il diritto di cagliaritani e turisti ad avere un servizio pubblico che si rispetti e non a macchia di leopardo e con centralinisti che si spazientiscono se guarda un po’, a mezzanotte, nel 2023, una persona è costretta a fare chilometri a piedi per tornare a casa perché non c’è un solo autista disponibile.


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