Spaccio, la droga al sicuro con le telecamere: scattano i sequestri

Gli impianti di videosorveglianza utilizzati illecitamente sono stati sequestrati dalla squadra mobile in via Seruci.


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Impianti di videosorveglianza per tenere al sicuro la droga e “prepararsi” ai controlli delle forze dell’ordine. Erano stati installati in via Seruci a Cagliari. All’interno di alcuni condomini sono stati sequestrati impianti installati esclusivamente per scopi illeciti.

“Si ricorda che – spiegano dalla questura – sebbene la normativa di settore consenta di collocare previa una qualificata delibera telecamere puntate su spazi comuni, di contro, laddove venga accertato che lo scopo principale sia il controllo sulla presenza di personale appartenente alle forze dell’ordine, l’utilizzo è contra legem, rendendo conseguentemente legittimi i sequestri preventivi effettuati ad iniziativa dalla polizia giudiziaria e fino ad oggi tutti convalidati”.

Un uomo per il quale ieri è scattata la denuncia, ad esempio, si era fatto reinstallare, a distanza di due settimane dal primo sequestro, nello stesso sito, all’esterno del suo portone di ingresso, un sofisticato impianto di videocamere. L’impianto, allestito con microcamere occultate all’interno delle viti di serraggio della plafoniere condominiali, permetteva, attraverso un circuito chiuso ad alta risoluzione di controllare ed identificare dall’interno dell’ appartamento, i soggetti che si presentavano alla sua porta, anticipando così possibili controlli a sorpresa delle forze dell’ordine. Sempre ieri, sono state rinvenute dalla polizia, in un sottoscala, circa 50 boccette di metadone.

I controlli degli agenti sono proseguiti nel vicino quartiere di San Michele, dove è stato sequestrato un impianto di video sorveglianza utilizzato per selezionare i clienti ai quali cedere lo stupefacente. L’alta tecnologia, occultata nella specifica circostanza all’interno di una scatola di derivazione e connessa wireless con l’abitazione dell’interessato, consentiva di fatto di ridurre per lo stesso il “rischio” di subire controlli e perquisizioni indesiderate. “Vedo che i miei appelli alla diffusione e capillarizzazione della videosorveglianza non rimangono inascoltati – dice il capo della squadra mobile Leo Testa – almeno i criminali, a scopo “difensivo”, si sono attrezzati speriamo facciano ora lo stesso le istituzioni, le scuole e i privati per aiutarci”.