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Piano del trasporto pubblico, finanziamenti, tavoli politici e di confronto con “mamma Regione”: il consigliere comunale del Gruppo Misto, Alessandro Sorgia, lancia alcune bordate dai banchi del Consiglio senza risparmiare frecciate a chi da anni avrebbe dovuto concretizzare un livello di trasporto pubblico urbano di livello: “Come dichiarazione di intenti il Comune di Cagliari ha da sempre definito la ‘propria azienda Ctm’ quale deputata ad avere un ruolo centrale nella Città Metropolitana. Nei fatti però – dice – sia dal punto di vista dei finanziamenti che delle infrastrutture, non è così: tutti gli interventi sono stati dirottati verso la Metropolitana di superficie gestita dall’ARST. Vi è da aggiungere che per contro la pianificazione della mobilità ha determinato una riduzione delle corsie preferenziali limitando di fatto la velocità dei bus costretti a viaggiare nei percorsi destinati alle auto private. Concretamente parrebbe una situazione in cui si penalizza Ctm non creando i presupposti per uno sviluppo verso la centralità nell’Area metropolitana. Perché politicamente non si pongono in essere tutti gli strumenti affinché un’azienda, che ormai da 16 anni chiude i bilanci in utile, come è emerso a più riprese nel corso del dibattito, possa evitare le gare per l’affidamento del servizio? E ancora, perché dobbiamo essere sempre terra di conquista (con riferimento all’importante patrimonio aziendale sia finanziario che economico sia alla capacità di produrre una gestione reddituale sana più tipica di un’azienda privata) e per quale motivo dobbiamo agevolare i fini speculativi da parte di colossi esteri (inglesi e francesi) perdendo di vista gli interessi dei cittadini della città Metropolitana e degli stessi lavoratori del Ctm? Perché per evitare tutto questo – tuona Sorgia – non si apre un tavolo politico con la regione, visto che l’assessore Deiana nel corso del dibattito ha evidenziato il grande dialogo esistente rispetto al passato, per trovare soluzioni a favore dell’economia occupazionale Sarda (salvaguardia dei posti di lavoro che nessun altro oltre al sottoscritto ha posto in evidenza)? Perché si vuole replicare l’esperienza di Genova dove i francesi hanno assorbito tutte le risorse economiche possibili e poi sono andati via lasciando il tpl peggio di quando hanno iniziato la gestione? Sono fortemente convinto che a queste domande oltre al sottoscritto siano tanti i cittadini che intendono avere adeguate risposte a riguardo. Purtroppo in questi anni – conclude il consigliere della minoranza – si è parlato molto ma l’immobilismo nei fatti è stato il vero protagonista”.