“Solo l’8% degli alberghi in Sardegna è aperto, sono numeri drammatici” 

Isola in lockdown, e ora si trema in vista dell’estate. L’allarme degli albergatori: “Poche prenotazioni e trasporti inadeguati, intanto Malta offre 200 euro a ogni turista che arriva”


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Terza settimana in zona rossa, sembra un po’ scontato che dalla settimana prossima si passi in zona arancione. La stagione turistica si deciderà a breve e le incognite ci sono. Fausto Mura presidente Federalberghi sud Sardegna a Radio CASTEDDU: “Sono delle grandissime incognite, stiamo ricevendo qualche prenotazione ma i trasporti non sono ancora adeguati: non esistono dei protocolli strutturati a livello nazionale concordati con tutti i vettori. Questi non hanno ancora iniziato i voli, la situazione della Tirrenia non è delle migliori e conseguentemente stiamo volando nella nebbia. Le prossime settimane saranno importantissime perché rappresentano il momento della prenotazione, quindi della scelta e se non saremmo adeguati come situazione pandemica, molto probabilmente, la scelta dei turisti andrà su altre destinazioni.
Il coprifuoco? È una penalizzazione sicuramente per tutti perché il turismo non è fatto soltanto dagli alberghi: il turismo è una filiera molto lunga, fatta anche dai ristoratori, dalle agenzie di viaggio, tour operator, vettori, guide. È una filiera molto lunga insomma che in Sardegna è importantissima e non è abbastanza considerata.
Anche le industrie per esempio hanno subito dei cali per via del turismo: le lavanderie industriali, per esempio, ma è calato addirittura il consumo di benzina perché non ci sono più turisti e non si muovono i vettori, gli aerei, pullman, le auto a noleggio e così via.
Persino la Saras sta avendo dei problemi a causa del calo turisti ed ecco quanto conta il turismo per quest’isola. In questo momento c’è una concorrenza a livello di destinazioni turistiche: per esempio Malta da un bonus di 200 euro per ogni turista che arriva. Per la Sardegna il problema è venire in vacanza e se ci sono dei limiti così congrui, devastanti riguardo la propria libertà personale, allora non è più una vacanza. Noi tutti siamo favorevoli per l’estensione del coprifuoco anche perché non è stato mai dimostrato che sia successo un focolaio in un ristorante,  mentre è successo per esempio nelle scuole. Negli alberghi esiste la possibilità di servire i pasti agli ospiti con i protocolli di sicurezza: il pasto è sempre servito, ci sono le distanze tra i tavoli e sono praticamente le stesse misure di sicurezza che si usavano prima nei ristoranti, un protocollo che ha funzionato in tutta Italia e non c’è mai stato un caso che si poteva relativizzare a un ristorante. Quindi mi sembra veramente un’assurdità di chiudere i ristoranti che siano fuori dagli alberghi.
Le strutture possono aprire come e quando vogliono da quando è scoppiata la pandemia ma il problema è che non ha nessun senso aprire un albergo se non ci sono turisti e di conseguenza, in questo momento, in Sardegna saranno aperti l’8% degli alberghi perché anche molti di quelli cittadini non hanno aperto. Sono numeri drammatici, molto simili a quelli dell’anno scorso ed escono da una stagione breve e ovviamente penosa da un punto di vista economico: io non so se molte aziende saranno in grado di sopportare un’altra stagione così misera.  Speriamo, visto che la partenza avverrà in ritardo  di riuscire perlomeno quest’anno a coprire i mesi di settembre e ottobre”.
Risentite qui l’intervista a Fausto Mura del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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