Social mortali per i giovanissimi, Tik Tok fa paura: “Ecco tutti i numeri e perchè i genitori devono stare attenti”

Silvia Pasquini su Club Giovani, il gr dei ragazzi su Radio Casteddu: “Non c’è solo il caso della bambina morta a Palermo, ecco tutte le trappole da evitare nella Rete”


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Ciao a tutti ragazzi,

Io sono Silvia e come sempre vi do il benvenuto al nostro Club Giovani, lo spazio dedicato ai ragazzi di radio Casteddu Online, in onda dal lunedi al venerdi alle 10.30 ed in replica alle 15.30 ed alle 23,15.

L’approfondimento di oggi riguarda un tema estremamente delicato ovvero il rapporto tra social e giovani.

È di qualche giorno fa la straziante notizia della bambina di Palermo morta a 10 anni per soffocamento a seguito di una ‘challenge’ su tik tok.

Una storia – questa – che purtroppo non è isolata, visto che sono sempre più frequenti le morti a causa di questi terribili presunti giochi sui social. 

A Napoli, nell’ottobre 2020, un bambino di appena 11 anni si è suicidato lanciandosi dal balcone di casa, lasciando scritto ai genitori “Mamma, papà vi amo ma devo seguire l’uomo col cappuccio”. Secondo gli inquirenti, l’uomo al quale il bambino faceva riferimento richiamava la maschera di Jonathan Galindo. Una maschera – davvero inquietante – con le sembianze di un pippo (il personaggio disney) umano che chiede l’amicizia ai giovanissimi sui social per poi istigarli alla morte.

E prima di questi fatti, c’è stata la blue whale challenge che consisteva in una serie di compiti che l’utente doveva compiere fino poi ad arrivare al suicidio. Numerosissime morti in tutto il mondo sono state attribuite a questo assurdo fenomeno.

Insomma, internet ha certamente reso la nostra vita molto più facile per alcuni aspetti ma ormai è chiaro che i pericoli in alcuni casi eccedono notevolmente i benefici.

La pervasività e la velocità di internet non è facilmente controllabile: secondo un articolo del World Economic Forum del gennaio 2020, per ogni minuto che passa 500 ore di video vengono pubblicate su YouTube e 243.000 foto vengono caricate su Facebook. Secondo l’articolo, questa proliferazione  si riferisce anche a contenuti pericolosi, tanto che nel 2019, il numero di segnalazioni di immagini di sfruttamento minorile che circolano online sia raddoppiato a 45 milioni un dato che presumibilmente è cresciuto a causa grande utilizzo che si è fatto di internet durante la pandemia tra didattica a distanza, videochiamate ed anche ed ovviamente in ragione del fatto che le relazioni offline, quelle reali, si sono necessariamente impoverite.

Dati che sono congrui con il numero di utenti che circolano su questi social: tik tok ha 2 miliardi di utenti a livello globale (ha superato in breve tempo twitter che ne ha 81 milioni) e sta incalzando velocemente facebook che ne ha 2,7 miliardi

Questa enorme produzione di contenuti e il sempre maggiore numero di utenti attivi nasce in ragione del fatto che c’è un generale abbassamento dell’età in cui i ragazzi ricevono il loro primo cellulare. I figli vedendo magari i loro compagni di scuola premono per averlo sempre più presto, hanno paura di essere tagliati fuori dalle conversazioni social dei propri coetani, e molti genitori preferiscono poterlo per rimanere sempre in contatto e sentirsi più sicuri. Questo è il caso di Antonella, la bambina di Palermo che spesso rubava lo smartphone alla mamma.

Inoltre, c’è da dire che spesso noi maneggiamo con molta più facilità e sicurezza la tecnologia di quanto non facciano i nostri genitori e quindi loro pensano di potersi fidare completamente delle capacità per proprio figlio, ma in realtà proprio per questa nostra capacità di navigazione siamo molto più esposti ai pericoli.

Sia per il caso del bambino di Napoli che per la bambina di Palermo, i genitori nelle interviste che hanno rilasciato dichiaravano di fidarsi soprattutto in ragione del dialogo positivo che c’era tra di loro. Ma sappiamo che noi siamo molto bravi a nascondere quello che vogliamo ai nostri genitori, rischiando di ritrovarci in situazioni molto più grandi di noi. Con il rischio che non riusciamo più a gestirle, come in questo caso.

Per questo motivo, nell’ultimo report pubblicato da Telefono Azzurro ad agosto 2020, gli abusi e le violenze online incrementano sostanzialmente dagli 11 anni in poi, quando i ragazzi entrano nell’ambiente digitale. Tra le problematiche gestite più frequentemente da telefono azzurro riguardanti l’online ci sono Sexting e sextortion, Adescamento online, Cyberbullismo e Pedopornografia e senza necessariamente arrivare a questi fenomeni gravissimi, anche la sola sovraesposizione alla tecnologia al di sotto dei 12 anni può causare gravi conseguenze per lo sviluppo del bambino spesso generando una vera e propria dipendenza da social che in tanti casi ha portato a ansia, stress, depressione e sentimenti di inadeguatezza diffusi nei ragazzi.

di Silvia Pasquini (Club Giovani va in onda ogni giorno su Radio Casteddu alle 10,30, alle 15,30 e alle 23,15)


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