Sinnai, le piante del rimboschimento? Mangiate dagli animali, seccate o calpestate. Messe a dimora con i fondi Pnrr, oggi si presentano come una distesa gialla, ben lontana dal bosco che avrebbero dovuto creare. A segnalare il fenomeno è il movimento politico “Sinnai Libera” che, da tempo accende un faro sulla questione. Il luogo è quello di Bellavista, un paesaggio mozzafiato con vista sul mare e sul paese, scelto come territorio dove mettere a dimora migliaia di piante, non prima, però, di aver raso al suolo la possente macchia mediterranea che caratterizza, da sempre, la natura dominante. Le recinzioni applicate non sono state sufficienti per frenare la golosità degli animali che, una volta superata, hanno fatto incetta delle piantine tenere e germoglianti. Così, almeno, è quello che emerge dalla segnalazione di Aldo Lobina che, preoccupato per la vicenda, assieme ai membri del gruppo, comunicano: “Non vorremmo che la scarsa cura del rimboschimento con i suoi deludenti risultati trovassero solo certi capri espiatori. Cioè capri in carne e ossa e bovini, che non sanno cos’è un rimboschimento e che hanno superato recinzioni mai ripristinate, dopo le nostre precise segnalazioni di interruzioni. Gli allevatori non possono essere ritenuti responsabili di distruzioni, che richiamano altre responsabilita’, altre incurie a diversi livelli, politiche e amministrative. Negli interventi in Consiglio avevamo avvertito che il nostro Comune, non correndo ai ripari con tutti gli strumenti a sua disposizione, potrebbe trovarsi presto nella condizione di dover restituire i finanziamenti ricevuti a causa di fallanza non fisiologica, cioè non ragionevolmente attribuibile a fattori climatici ostili, che comunque avrebbero dovuto determinare cure adeguate. Anche in quel di Sinnai la macchia mediterranea è stata estirpata con ruspe per favorire la piantumazione”. I rischi, infatti, sono proprio quelli che la comunità europea possa richiedere i fondi stanziati: “I soldi pubblici messi in campo nel nostro territorio sono moltissimi, molte centinaia di migliaia di euro”.