Sinnai, la figlia del prof condannato per abusi sessuali: “Mio padre è innocente”

“Mio padre è innocente: ha tre figlie femmine, due nipotine e tante amiche donne, si sia un giorno svegliato e abbia deciso di molestare una ragazzina inoltre in un momento della sua vita abbastanza delicato che lo ha portato per vari problemi di salute ad assentarsi dal lavoro e ad avere a mala pena le energie per affrontare la vita quotidiana”. A parlare, in una lunga lettera pubblicata su Sinnai News, è Martina Escana, la figlia del prof di Sinnai condannato ieri a Cagliari per abusi sessuali nei confronti di alcune studentesse minorenne.


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“Mio padre è innocente: ha tre figlie femmine, due nipotine e tante amiche donne, si sia un giorno svegliato e abbia deciso di molestare una ragazzina inoltre in un momento della sua vita abbastanza delicato che lo ha portato per vari problemi di salute ad assentarsi dal lavoro e ad avere a mala pena le energie per affrontare la vita quotidiana”.

A parlare, in una lunga lettera pubblicata su Sinnai News, è Martina Escana, la figlia del prof di Sinnai condannato ieri a Cagliari per abusi sessuali nei confronti di alcune studentesse minorenni. “Carissimi lettori a scrivere questa lettera é la figlia del professore Antonio Escana- si legge su Sinnaninews.it- che professore possiamo definire, per carriera e per insegnamento morale e di vita . Il suddetto essendo stato qualche tempo fa accusato da una ragazzina minorenne , che per tale motivo viene difesa a prescindere ,senza alcuna evidenza di prova o certezza sul reato commesso, viene condannando, anche se solo in primo grado. Mio padre di cui io sono più che certa dell’innocenza viene descritto come un mostro, il quale non é. Inoltre viene di lui fatto nome e cognome senza tener conto della sua famiglia.  Ricordo che al giorno d’oggi chiunque può essere accusato di aver commesso “I reati” di cui mio padre viene accusato , ricordo ancora senza alcuna prova , e esser condannato ad una pena assolutamente non proporzionata ai fatti NON ACCADUTI . Da non dimenticare, come già accennato in precedenza, che la condanna non é definitiva e che ci sono ancora tanti processi da fare, sperando che ci si ritrovi davanti ad un giudice pronto a basarsi su fatti e prove reali e non sul passaparola”.


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