Maurizio Pinna (nella foto a destra) e Massimo Fadda (a sinistra) non si perdono d’animo di fronte alla crisi occupazionale che ha colpito in particolar modo il loro paese e l’intera Isola. Il lavoro fisso purtroppo non c’è. Ma loro non si scoraggiano: si rimboccano le maniche e svolgono i lavoretti occasionali per tirare avanti. Emigrare? No, di lasciare la loro terra non se ne parla proprio: sono molto legati alla Sardegna e a Siliqua, per cui, s’ingegnano dedicandosi ad attività stagionali svolte sul posto, sfruttando i prodotti che il territorio è in grado di offrire. Maurizio Pinna, 41 enne, racconta la sua esperienza: «Sono originario di Guspini, ho sposato una siliquese e da oltre vent’anni mi sono stabilito a Siliqua. Non avendo un lavoro fisso, cerco di darmi da fare svolgendo lavori occasionali. In genere lavoro nel settore edile, mi sono specializzato come intonachino. Tuttavia, quando quest’attività scarseggia, aiuto mio suocero in pizzeria, oppure, come sto facendo in questo periodo preparo e vendo le palme intrecciate». Quante palme riuscite a preparare? «In una settimana, assieme a Massimo abbiamo eseguito la lavorazione di circa 800 palme. Di solito le vendiamo tutte. Ne abbiamo già venduto abbastanza in questi giorni. Ma domenica mattina, in piazza Sant’Anna, dove si svolgerà la benedizione delle palme, speriamo di riuscire a vendere le rimanenti. In genere, quelle che non vendiamo le regaliamo». Massimo Fadda, 27 anni, siliquese doc, non avendo un lavoro stabile si dà un gran da fare con l’arte di arrangiarsi nelle situazioni di difficoltà. Anche lui di solito svolge il lavoro di intonachino, ma quando questo viene a mancare si dedica ad altri lavoretti sfruttando le risorse che la nostra campagna è in grado di offrire. «Purtroppo, quando il lavoro non c’è bisogna arrangiarsi», dice Massimo, «in pratica cerco di sfruttare tutto quello che il nostro territorio offre: lumache, cardi selvatici, funghi, asparagi e in questo periodo, assieme a Maurizio, prepariamo le palme intrecciate. Sono proprio questi lavoretti che ti consentono di campare e di sopravvivere».