Sfratto impossibile a Selargius: “Non c’è nessuna sentenza e l’inquilino non è pregiudicato”

Il caso dell’abitazione dove vive un nigeriano finita alla ribalta nazionale. Dopo le accuse della proprietaria, parla l’avvocato dell’uomo: “È stato anche minacciato e aggredito. Pregiudicato? No, è solo indagato”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Il caso dell’abitazione di Selargius dove, da anni, vive un uomo che, stando alle accuse dei proprietari della casa, “non paga l’affitto, è moroso ma non possiamo mandarlo via perchè c’è il Covid”, continua a tenere banco. Dopo la denuncia fatta da Manuela Sollai a Casteddu Online, la vicenda è finita alla ribalta nazionale su Rete 4, nella trasmissione tv di Mario Giordano “Fuori dal coro”. E anche il sindaco selargino, Gigi Concu, è intervenuto, spiegando tra le altre cose di “aver mandato una richiesta di intervento urgente al prefetto per questioni di pubblica sicurezza”. Adesso, a parlare è l’avvocato dell’inquilino. Davide Mascia, legale di Lazarus Kenneth Chieine, ha scritto un’email alla nostra redazione: “Kenneth mi ha incaricato di tutelarlo in relazione ai danni materiali e personali subiti da marzo 2021 a oggi”. Mascia spiega che “Kenneth ha l’immobile a titolo di locazione da diversi anni in virtù di un regolare contratto sottoscritto con l’allora usufruttuario” che “sarebbe il nonno della signora Sollai. A seguito di una sopravvenuta condizione di morosità” si è arrivati “allo sfratto”. Il legale, su questo punto, precisa “di non avere seguito la vicenda e di non avere documentazione a mia disposizione. È tuttavia certo che l’occupazione dell’immobile, attualmente, avviene in conformità alla legge, posto che fino a quando la sentenza di sfratto non sarà eseguita, ed allo stato è sospesa in virtù dei provvedimenti di legge in vigore, nei termini di legge il medesimo esercita un proprio diritto. Segnalo che tale è la prassi anche a prescindere dal blocco vigente posto che le sentenze di sfratto pur in esecuzione richiedono sempre l’intervento dell’ufficiale giudiziario” e “nessuno può pensare di eseguirle per conto proprio”. Insomma, un chiaro richiamo alle regole previste dalla legge.

 

 

“Ovviamente, umanamente comprendo la frustrazione dei proprietari, tutti i proprietari, non solo quelli coinvolti nella vicenda, che vedono sacrificati i propri diritti in ragione della norma di blocco in vigore, tuttavia siamo in uno stato di diritto perciò debbo stigmatizzare ogni condotta che in contrasto con le norme in vigore miri a superare il problema con atti di vero e proprio esercizio arbitrario delle proprie ragioni”, prosegue il legale. “La questione è evidentemente politica circa l’equilibrio degli interessi in gioco colpiti dalla norma di blocco delle esecuzioni degli sfratti, che sia la politica a risolverla. Ciò che però mi sento di sottolineare è che anche in tale situazione l’esasperazione degli animi non deve mai travalicare il penalmente rilevante: segnalo che il mio assistito ha già subito danneggiamento agli arredi della propria dimora, nonché aggressioni e minacce alla propria persona, fatti per i quali si è già rivolto alle competenti autorità. Segnalo altresì che è stato definito pregiudicato mentre è unicamente indagato in una vicenda per la quale l’accertamento dei fatti non è ancora avvenuto, e questo, in una paese di cultura giuridica come l’Italia, in cui dovrebbe vigere la presunzione d’innocenza, dovrebbe indurre a prudenza e moderazione nella descrizione dei fatti. Concludo, pertanto, invitando tutte le parti alla calma, alla moderazione ed al rispetto della della legge posto che messaggi da ‘giustizia privata’ mal veicolati e fomentati da un discutibile giornalismo in un momento di forte tensione come quello attuale rischia di condurre a conseguenze gravi”.


In questo articolo: