A Selargius scoppiano le polemiche sul Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino miliardario (il costo è di 3,7 miliardi) progettato da Terna per collegare dal 2028 la Sicilia e la Campania con la Sardegna. Ci sono vari Comuni coinvolti, il primo è Quartu, e l’opera è di competenza del ministero della Transizione energetica. Ma, dopo le polemiche della minoranza consiliare, si è svolto un Consiglio aperto alla cittadinanza dove decine di persone, partendo dai cittadini, hanno voluto dire la loro. E non sono mancate critiche e urla: “I terreni indicati sono a rischio idrogeologico”, ha attaccato la consigliera Rita Corda, che da mesi porta avanti una battaglia contro l’opera che, a Selargius, prevede l’installazione di due stazioni con, a contorno, vari espropri e un ristoro di 3 milioni di euro per i “danni” al territorio legati alla struttura. “Si tratta di due nuovi insediamenti, la prima stazione risale agli anni Ottanta e da allora attende di essere rimossa, ma Terna è sparita”. Molto polemica anche la consigliera Francesca Olla: “Abbiamo sentito parlare del progetto la prima volta lo scorso 6 marzo in commissione Urbanistica. Ho fatto domande ma nessuno ha saputo rispondere”, e il piano sarebbe quello di realizzare l’intervento “in una zona tutelata, dove il Ppr dice che non si può costruire nemmeno un chiodo”. Dubbi e contrarietà sono emersi anche dai banchi della maggioranza, come il presidente della commissione Ambiente, Alberto Cappai.
Per Terna ha provato a fornire rassicurazioni l’ingegnere Francesco Perda: “La conferenza di servizi è stata chiusa il 28 aprile, tutti gli enti si sono potuti esprimere. Senza i documenti il ministero avrebbe bloccato i procedimenti”. Sul possibile rischio idrogeologico “è in corso un dialogo costruttivo con la Città Metropolitana per realizzare due opere in maniera opportuna. Le stazione di smistamento e conversione non sono in zona vincolata e l’elettrodotto sarà realizzato in una trincea a cielo aperto”. Più in generale, i rappresentanti di Terna hanno spiegato che “un Consiglio comunale non può bloccare il progetto, può esprimersi sulla conformità urbanistica. La Regione siciliana ha deliberato l’intesa dieci giorni fa, attendiamo la Regione Sardegna. Con i Comuni dobbiamo firmare un protocollo d’intesa”. Il sindaco Gigi Concu ha chiesto esplicitamente se “un impianto di questo tipo vada a peggiorare la situazione elettromagnetica sul nostro territorio. Nei nostri chilometri quadrati cosa accadrà? La stazione di conversione è in grado di ricever tutti i megawatt o gigawatt della Sardegna?”. Poi, la domanda fondamentale: “Un eventuale voto contrario del Consiglio può bloccare il progetto?”. La risposta di Terna: “No”. La battaglia, comunque, è destinata ad andare avanti e solo dopo l’estate, stando a quanto trapela, avverrà il dibattito in Consiglio comunale per l’autorizzazione, tra tutti i consiglieri. Anche se, in estrema sintesi, la loro decisione non è vincolante alla realizzazione dell’elettrodotto e di tutte le opere a contorno.