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di Paolo Rapeanu
Magliette rosse in bella vista con una maxi scritta: “stabilizzazione”. Ma anche “stipendio”, che non compare a livello di scritta ma rappresenta l’emergenza principale per i lavoratori dell’Aras Sardegna. Veterinari e agronomi non vedono il becco di un quattrino da sei mesi, e dalla Regione, almeno sinora, oltre le promesse non si è andati. E loro, capeggiati dai sindacati, hanno deciso di ritornare sotto il palazzo del Consiglio regionale: “È impossibile andare avanti così”. Genitori che non sanno come mettere insieme il pranzo con la cena e che, contemporaneamente, sono “costretti” a continuare a lavorare, nei fatti, gratuitamente.
“Dal ministero, per il nostro passaggio in Laore, non è arrivato nessuno stop. È il silenzio della Regione e di Pigliaru il fatto davvero grave”, attacca Osvaldo Ibba, segretario regionale Confederdia. “Questo passaggio per noi significherebbe poter continuare a lavorare e essere pagati, l’alternativa è restare a casa, assurdo. A rimetterci sono anche gli allevatori, perché se noi, da tecnici, non certifichiamo più gli animali, loro non possono ottenere i trentotto milioni di euro del premio di produzione”.