Scientology, a Cagliari 150 fedeli: “Basta bugie, non siamo una setta. Soldi? Solo offerte”

La “religione” non riconosciuta in quasi tutto il mondo, fondata da Ron Hubbard, nel capoluogo sardo interessa centinaia di persone. Il presidente Nicola Oi: “Accogliamo tutti, anche poveri. Il mio conto in banca? Potrei mostrarlo, è comunque fuori luogo chiedere questa cosa a un religioso. Chi ci critica ha sempre scheletri nell’armadio”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA ESCLUSIVA. Cosa ne pensate?


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Ci sono i libri, famosi perché venduti in tutto il mondo, con la firma del suo autore, Ron Hubbard, scrittore nato in America e fondatore di Scientoloy. La “religione” che fa fatica ad essere riconosciuta come tale e che è finita più volte al centro di polemiche e scandali fa proseliti, da decenni, anche a Cagliari. La sede – per gli scientologist la “chiesa” – è in via del Fangario, al primo piano di un caseggiato in quello che è un grande appartamento riadattato, con tante stanze: una grande croce dietro il bancone dell’ingresso, biblioteca, mini sala cinema, sala in stile aula studio e vari locali adibiti all’audit (con i fedeli che, singolarmente, parlano con il religioso di turno) e la “chiesa” vera e propria, con il busto di Hubbard bello visibile. Nicola Oi, 34enne residente a Monserrato, è il numero uno a livello cittadino e regionale. Superata con un rapido balzo la querelle legata al “no” del Comune per lo spazio pubblico in via Garibaldi; “semplici tempi tecnici, non c’è nessun problema”, arriva il pepe. Scientology è una setta, non è riconosciuta in molte nazioni e anche in Italia c’è un “ok” parziale: “Notizie anacronistiche, siamo riconosciuti in campo accademico e giuridico. Setta? C’è un giornalista che fa domande, l’accesso è libero e tutto ciò che facciamo è alla luce del sole”, osserva Oi. Le cronache raccontano di scandali, accuse e condanne per truffe (come in Francia, storie di denaro che sarebbe stato estorto a dei fedeli). Oltre alla questione del fatto di essere una “religione” che porta a spendere molti soldi, tra offerte e libri: “Ci sono persone di qualunque ceto sociale che hanno accesso gratuito ai nostri servizi. Pensiamo alla spiritualità, non al denaro, quello serve per tenere accese le luci o per l’affitto del locale, accettiamo contribuzioni da parte dei parrocchiani”. Parola di capo di Scientology.
Oi ne fa parte da quando è bambino: “A sette anni, grazie ai miei genitori. In adolescenza ho fatto altro e dal 2006 sono il responsabile sardo. Dedico il settanta per cento del mio tempo alla chiesa di Scientology perché ci credo”. Negli archivi l’elenco dei nomi è lunghissimo: “Ventimila cagliaritani, abbiamo il nome anche di chi ha comprato il libro di Hubbard o di chi è stato con noi per un tempo più o meno lungo”. Fa un altro lavoro, il pubblicitario, Oi, ma la domanda è quasi d’obbligo: dal 2006 al 2019 il suo conto in banca è cresciuto? “Potrei mostrarlo, ma non mi occupo di conti in banca. La domanda, di per sé, è fuori luogo perché è fatta ad un religioso”. Sarà. Comunque, chi fa parte della “pattuglia” cagliaritana e sarda di fan di Hubbard stringe, come in tanti altri settori della società, “rapporti di amicizia”. E chi invece ne parla male, magari da fuoriuscito? “Sono apostati, quello che dicono è stato sbugiardato, hanno parlato in certi modi perché avevano degli scheletri negli armadi. Su due siti internet è facile reperire tutte le informazioni su chi siano questi apostati. E, se Scientology è una “religione”, chi è Hubbard? “Il migliore amico che un uomo possa avere”. Magari paragonabile a Dio? “Beh, è più corretto definirlo uomo, perché lui si definiva così”.