Ci sono i libri, famosi perché venduti in tutto il mondo, con la firma del suo autore, Ron Hubbard, scrittore nato in America e fondatore di Scientoloy. La “religione” che fa fatica ad essere riconosciuta come tale e che è finita più volte al centro di polemiche e scandali fa proseliti, da decenni, anche a Cagliari. La sede – per gli scientologist la “chiesa” – è in via del Fangario, al primo piano di un caseggiato in quello che è un grande appartamento riadattato, con tante stanze: una grande croce dietro il bancone dell’ingresso, biblioteca, mini sala cinema, sala in stile aula studio e vari locali adibiti all’audit (con i fedeli che, singolarmente, parlano con il religioso di turno) e la “chiesa” vera e propria, con il busto di Hubbard bello visibile. Nicola Oi, 34enne residente a Monserrato, è il numero uno a livello cittadino e regionale. Superata con un rapido balzo la querelle legata al “no” del Comune per lo spazio pubblico in via Garibaldi; “semplici tempi tecnici, non c’è nessun problema”, arriva il pepe. Scientology è una setta, non è riconosciuta in molte nazioni e anche in Italia c’è un “ok” parziale: “Notizie anacronistiche, siamo riconosciuti in campo accademico e giuridico. Setta? C’è un giornalista che fa domande, l’accesso è libero e tutto ciò che facciamo è alla luce del sole”, osserva Oi. Le cronache raccontano di scandali, accuse e condanne per truffe (come in Francia, storie di denaro che sarebbe stato estorto a dei fedeli). Oltre alla questione del fatto di essere una “religione” che porta a spendere molti soldi, tra offerte e libri: “Ci sono persone di qualunque ceto sociale che hanno accesso gratuito ai nostri servizi. Pensiamo alla spiritualità, non al denaro, quello serve per tenere accese le luci o per l’affitto del locale, accettiamo contribuzioni da parte dei parrocchiani”. Parola di capo di Scientology.
Oi ne fa parte da quando è bambino: “A sette anni, grazie ai miei genitori. In adolescenza ho fatto altro e dal 2006 sono il responsabile sardo. Dedico il settanta per cento del mio tempo alla chiesa di Scientology perché ci credo”. Negli archivi l’elenco dei nomi è lunghissimo: “Ventimila cagliaritani, abbiamo il nome anche di chi ha comprato il libro di Hubbard o di chi è stato con noi per un tempo più o meno lungo”. Fa un altro lavoro, il pubblicitario, Oi, ma la domanda è quasi d’obbligo: dal 2006 al 2019 il suo conto in banca è cresciuto? “Potrei mostrarlo, ma non mi occupo di conti in banca. La domanda, di per sé, è fuori luogo perché è fatta ad un religioso”. Sarà. Comunque, chi fa parte della “pattuglia” cagliaritana e sarda di fan di Hubbard stringe, come in tanti altri settori della società, “rapporti di amicizia”. E chi invece ne parla male, magari da fuoriuscito? “Sono apostati, quello che dicono è stato sbugiardato, hanno parlato in certi modi perché avevano degli scheletri negli armadi. Su due siti internet è facile reperire tutte le informazioni su chi siano questi apostati. E, se Scientology è una “religione”, chi è Hubbard? “Il migliore amico che un uomo possa avere”. Magari paragonabile a Dio? “Beh, è più corretto definirlo uomo, perché lui si definiva così”.