Sciabolate sulla sanità in Sardegna fra Nieddu e Doria: “Ecco i risultati di cui lui beneficerà”

L’esponente leghista non ci sta a passare per quello che ha gestito solo l’emergenza covid e replica a quanto detto dal fedelissimo di Solinas: “Se dice che oggi la sanità vede di nuovo la luce, è perché per 4 anni qualcuno ha lavorato al buio e in silenzio”. Stamattina Doria in commissione del consiglio regionale aveva detto: “Era compito suo andare a fare le domande per reperire i fondi e oggi è compito mio cercare di spenderli al meglio”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Mentre i sardi aspettano la svolta promessa fra liste d’attesa, ospedali che scoppiano e pronto soccorso al collasso, sulla sanità arrivano le sciabolate fra il neo assessore Carlo Doria, voluto a tutti i costi dal governatore dopo la bocciatura alle politiche, che si attesta risultati e incassi dopo appena due settimane dall’insediamento, e il predecessore Mario Nieddu, esponente della Lega, che tiene il punto su quanto fatto in quasi 4 anni di lavoro e lo rivendica con forza, lanciando frecciate al veleno al suo successore.

Fra i due non ci sono stati scambi di consegne, di dossier e nessuna delle usuali cortesie, almeno formali. Liquidato con un messaggio, così si racconta nei palazzi della politica, Nieddu ha dovuto andarsene per lasciare posto al blindatissimo Doria che, sin dal primo momento, si è dimostrato a suo agio nel ruolo, tanto da provare a segnare le distanze con Nieddu, liquidato come chi doveva gestire la pandemia e reperire i fondi. “Ringrazio il mio predecessore per tutto quello che ha fatto durante il periodo del Covid nella gestione dell’emergenza, ma siamo tutti a servizio della causa. Era compito suo andare a fare le domande per reperire i fondi e oggi è compito mio cercare di spenderli al meglio”, ha detto oggi Doria, con malcelata insofferenza nei confronti dell’esponente del Carroccio.

Ma Nieddu, salviniano della prima ora, papabile per un incarico a Roma, a essere liquidato come colui che ha gestito la pandemia e basta non ci sta.

“Ringrazio Doria per aver riconosciuto il ruolo da me svolto durante l’emergenza Covid, ma gli ricordo che non è stato fatto solo quello. Ecco quali sono tutte le cose fatte mentre ero in carica e di cui lui andrà a beneficiare”, dice piccato. “Fa piacere sentire il neo assessore alla sanità sostenere che nel sistema sanitario della Regione Sardegna è tornata la luce. D’altra parte, tralasciando la banale considerazione che la fase della raccolta segue quella della semina, non poteva essere altrimenti, visto che i miglioramenti a cui questi si riferisce risultano certificati nel Programma Nazionale Esiti di Agenas  2020-2021. E’ meno piacevole invece, assistere all’assunzione di paternità (in questo caso surrogata) delle favorevoli ricadute del duro lavoro fatto in questi quasi quattro anni. Nell’esclusivo interesse del nostro sistema sanitario, affinché non si disperdano energie e risorse già scarse, giova ricordare quali e quante siano le opere, almeno le principali, già concluse o avviate”, aggiunge Nieddu.

Ed ecco l’elenco che Nieddu snocciola a Casteddu online con i principali risultati da lui ottenuti a partire da febbraio 2019: riforma sanitaria e conseguenti nuovi atti aziendali; 160 concorsi con la partecipazione anche degli specializzandi già dal terzo anno; centinaia di selezioni; stabilizzazione dei precari; circa 6.000 assunzioni totali; piano dei Servizi alla persona che mancava da 16 anni; piano regionale dei  servizi sanitari con la definizione del nuovo modello di sanità territoriale con le case

di comunità,  gli ospedali di comunità (tra cui anche quelli di Ghilarza e La Maddalena), le Cot e il nuovo modello di presa in carico; assegnazione delle sedi carenti della Medicina Generale dal 2014 al 2021; rifinanziamento da 700mila a 823mila ore di specialistica ambulatoriale per cui finalmente, dopo anni di inerzia, è ripresa la pubblicazione delle sedi vacanti nei poliambulatori e Case di Comunità; corsi per i medici del 118 che non si tenevano da 15 anni; attivazione del Numero Unico dell’ Emergenza 112; piano di investimenti in edilizia e tecnologie per 136 milioni di euro; posa della prima pietra del nuovo ospedale di San Gavino; aumento del  numero delle borse di specializzazione, di area medica e non, da 29 a 250; stanziamento, per la prima volta in Sardegna, di risorse aggiuntive per incentivare il personale sanitario ad operare nei presidi sguarniti; definizione delle zone disagiate e disagiatissime per i MMG e PLS con incentivazione economica; piano regionale di abbattimento delle liste d’attesa e piani aziendali, con uno stanziamento di 46 milioni di euro e recupero, già a settembre 2022, del 30% delle prestazioni perse con una previsione di ulteriore recupero, ancora superiore entro fine anno; riattivazione della Consulta Diabetologica con la definizione della Rete e l’approvazione delle nuove linee

guida che garantiscono,  a tutti gli oltre 120mila diabetici sardi, l’accesso alle nuove tecnologie senza i severi  limiti delle precedenti; riattivazione della Commissione Oncologica con la definizione della Rete; attivazione della Commissione sull’Endometriosi e della Commissione SLA; istituzione del primo tavolo sulle malattie neuromuscolari.

Sul fronte delle Politiche Sociali sono stati stanziati 292 milioni per interventi a favore delle persone con disabilità, per interventi come il Ritornare a casa plus ed i piani personalizzati della legge 162/98 che fanno della Regione Sardegna un punto di riferimento a livello nazionale; sono state finanziate misure come i nidi gratis, il Reddito di libertà per le donne vittime di violenza e raddoppiati gli stanziamenti per i centri anti-violenza e le case di accoglienza.

“E’ importante sottolineare che tutte queste cose, ed altre ancora che si tralasciano per brevità, sono state fatte durante la gestione di un evento epocale come la pandemia da Covid, nella quale la Sardegna non ha

certo demeritato, avendo anzi anche attuato uno screening di massa unico in Italia ed un’ottima campagna di vaccinazione. Se quindi si può tornare a rivedere e lavorare alla luce – conclude Nieddu – questo è solo perché c’è chi, in silenzio e per quattro anni, ha lavorato nell’oscurità”.


In questo articolo: