Sassari, no al baratto amministrativo: “Democrazia o dittatura?”

Manca: “Una soluzione accettata e condivisa, ma mai applicata. Perché il sindaco non applica quanto è stato collegialmente deciso? La decisione dell’intero Consiglio non vale più niente?”


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“Il baratto amministrativo è una opportunità negata alla rinascita della città!  Una opportunità accettata da tutte le forze presenti in Consiglio comunale. Il sindaco Nicola Sanna però, disattendendo la decisione del suo stesso Consiglio, non applica quanto stabilito. Questa non è democrazia, e una dittatura con a capo il primo cittadino”.

Parole dure quelle di Desiré Manca, portavoce in Consiglio comunale di Sassari del Movimento Cinque Stelle. Parole dure ma giustificate da un atteggiamento reiterato che, nel caso specifico, cozza con la situazione reale in cui versa la stessa città di Sassari: “Viviamo in un contesto di grandissima povertà, fragilità sociale ed economica. Il motore trainante dell’economia sassarese è spento. Edilizia e commercio sono allo stremo, il tasso di disoccupazione è fra i più alti delle città italiane. In queste condizioni diventa spesso difficile onorare i pagamenti dei tributi locali, i crediti che il Comune vanta nei confronti dei cittadini crescono, diventano altissimi e sempre meno esigibili”.

E allora? Allora occorre trovare soluzioni al problema, ai problemi della comunità: “Abbiamo chiesto e ottenuto da tutte le forze politiche sedute al tavolo del Consiglio comunale di Sassari la possibilità di applicare il cosiddetto baratto amministrativo: non puoi pagare le tasse? Bene, svolgi dei piccoli lavori per la città e vai a compensazione del tuo debito. La città stessa sarebbe più in ordine, meno decadente e tanti piccoli lavori di ordinaria manutenzione verrebbero garantiti dagli stessi cittadini che, in cambio, vedrebbero azzerarsi i loro debiti”.

Una soluzione accettata e condivisa, ma mai applicata: “Mai una volta che il sindaco di Sassari rispetti il volere del Consiglio Comunale. Mai. Perché il sindaco non applica quanto è stato collegialmente deciso? La decisione dell’intero Consiglio non vale più niente? Ribadisco il concetto iniziale, perché non sfugga: questa non è  democrazia, è  una vera dittatura cui il primo cittadino sottopone costantemente Sassari e i suoi cittadini”.


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