Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo anni di rilevazioni negative le imprese della Sardegna iniziano finalmente a crescere, ma non quelle artigiane. Nel terzo trimestre del 2015 i registri delle Camere di Commercio sarde hanno infatti registrato un saldo positivo tra iscrizioni di nuove imprese e cessazioni (1.876 iscrizioni a fronte di 1.225 cessazioni: il tasso di crescita registrato in Sardegna è stato dello 0,39% (nel resto d’Italia ha registrato complessivamente uno 0,33%) con un saldo positivo di 651 aziende. Ancora estremamente negativi sono invece i numeri dell’artigianato. Tra luglio e settembre il saldo tra iscrizioni e cessazioni di imprese artigiane è stato di – 85 con un tasso di crescita di – 0,23%, superiore rispetto al resto d’Italia in cui le aziende artigiane hanno registrato una flessione dello 0,13% (-1.779 unità). Nel terzo trimestre dell’anno sono calate in Sardegna anche le imprese che hanno portato i libri in tribunale (-30,6%) mentre sono aumentati il concordati preventivi.
I dati sono stati resi noti dalla Cna Sardegna che ha analizzato i dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel terzo trimestre 2015 resi noti da Movimprese – la rilevazione condotta sui Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane da Unioncamere-InfoCamere.
La ricerca Movimprese segnala a livello nazionale un saldo di +20.075 unità fra le imprese nate e cessate tra luglio e settembre, frutto di 74.082 iscrizioni e 54.007 cessazioni. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, sono quasi 4mila le imprese in più. Il sistema delle imprese italiane raggiunge così una dimensione pari a 6.060.085 unità. Il tasso di crescita del periodo (+0,33%) è il risultato del più basso volume di cessazioni rilevate nel terzo trimestre dell’anno dal 2006 e uno dei più contenuti volumi di iscrizioni del decennio, superato solo nel 2014. La ricerca evidenzia segnali positivi anche sul fronte dei fallimenti e un sostanzioso decremento dei concordati preventivi. Le difficoltà, però, non mancano. Persiste il segno meno nel settore artigiano dove, per il quarto anno consecutivo, nel terzo trimestre si registra un saldo negativo tra aperture e chiusure, frutto soprattutto della forte riduzione di iscrizioni di nuove imprese.