Sardegna e turismo straniero, “spendono solo per viaggio e alloggio”

L’analisi della CNA. Nel 2016 circa 680 mila viaggiatori stranieri in Sardegna hanno speso circa 620 milioni di euro: il 72% della spesa per viaggio e alloggio, appena il 5% è andata ad attività economiche legate allo svago, intrattenimento e cultura. La spesa procapite per lo shopping? Di soli 100 euro 


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Dei circa 620 milioni di euro spesi in Sardegna dai 680 mila viaggiatori giunti nell’Isola nel 2016, circa il 72 per cento si riferisce alle spese per il trasporto e per l’alloggio. Si tratta di un record negativo rispetto a tutte le regioni italiane. E’ invece bassissima la quota di spesa destinata alle attività dell’indotto turistico che include la ristorazione esterna alle strutture vacanziere (15%) e lo shopping (8,4%) per il quale un turista straniero in vacanza nell’isola spende mediamente 100 euro. Appena il 5% della spesa dei vacanzieri internazionali è invece destinata ad attività economiche legate allo svago, all’intrattenimento culturale, alle escursioni e agli spettacoli. In altre parole la presenza dei turisti stranieri in Sardegna non sta portando un sostanziale beneficio all’economia isolana.

E’ un’altra delle criticità messe in evidenza dalla ricerca “Economia e Turismo: modelli a confronto. La Sardegna e i suoi competitor” realizzata dalla CNA Sardegna per offrire alle istituzioni regionali uno strumento di comparazione tra il comparto turistico isolano e quello di altre realtà nazionali e internazionali (Baleari, Corsica, Creta, Cipro, Algarve, Croazia, Malta) che competono con la Sardegna per intercettare la domanda turistica nel sud Europa.

Non basta che i turisti arrivino in Sardegna ma è importante che tutto il sistema economico tragga beneficio della loro presenza”, spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della CNA Sardegna. Secondo i vertici dell’associazione artigiana, per superare l’eccessiva concentrazione della spesa dei turisti stranieri all’interno delle strutture ricettive è necessario modernizzare e diversificare le attività e i servizi offerti all’esterno delle strutture. “Riteniamo prioritario il supporto e la formazione degli imprenditori che operano in questi settori – proseguono Piras e Porcu – senza dimenticare il ruolo fondamentale degli amministratori locali, ai quali spetta il compito di garantire servizi adeguati sul territorio che vadano dal trasporto locale alla creazione di eventi fino alla oculata gestione del patrimonio storico-culturale”.

Secondo Piras e Porcu, anche alla luce delle risultanze complessive del report realizzato sul comparto turistico isolano, “le priorità per una strategia di medio-lungo termine efficace e funzionale ad un’idea di sviluppo turistico moderno, equilibrato e sostenibile non possono prescindere dalla promozione di un’immagine nuova e moderna dell’Isola indirizzata ad un target turistico che vada oltre la classica vacanza in un resort o in un villaggio vacanze , ma punti sulla diversificazione dell’offerta e sulla valorizzazione dei tanti punti di forza e di eccellenza su cui la Sardegna può contare.

L’andamento della spesa dei turisti stranieri in Sardegna La rilevazione della Cna parte dai recenti dati della Banca d’Italia secondo cui nel 2016 la permanenza media di un visitatore straniero in Sardegna è stata pari a circa 10 notti (dato che risulta in ripresa nell’ultimo quadriennio) per una spesa pro-capite che si aggira intorno ai 910 euro (escludendo le spese di viaggio per raggiungere l’isola).

Considerando che lo scorso anno sono giunti nell’isola circa 680 mila viaggiatori (non gli arrivi, che nelle strutture ricettive sarebbero oltre un milione), si stima che complessivamente i turisti stranieri abbiano speso sul territorio sardo circa 620 milioni di euro.

Il 55% di questa spesa, pari a circa 340 milioni, si riferisce alle sole spese per l’alloggio (inclusi i pasti consumati all’interno della struttura di accoglienza).

 

Questo – rileva la CNA Sardegna – è un dato che non ha eguali nel panorama italiano (la Sicilia è al secondo posto con il 51%). Se poi si considerano anche le spese di viaggio (estero-Italia e trasferimenti all’interno del territorio nazionale), alloggio più trasporti rappresenterebbero il 72% delle spese complessive sostenute dai turisti internazionali per la loro vacanza.

 

Le spese di viaggio. Considerando tutte le modalità di collegamento (nel caso della Sardegna il 77% degli arrivi avviene per mezzo aereo) incluse le spese per i trasporti interni (ad esempio i traghetti dall’Italia e lo spostamento in auto) le spese di viaggio sono state in media di circa 340 euro a persona, di gran lunga superiori rispetto agli 83 euro spesi per raggiungere e spostarsi in Liguria o ai 295 della Puglia, ma inferiori ai 380 euro della Sicilia o ai 400 di Calabria e Toscana (dato che conferma il buon livello dell’offerta aeroportuale che caratterizza la Sardegna nei mesi estivi).

 

Le spese per l’alloggioLe spese medie per l’alloggio (inclusi i pasti consumati all’interno della struttura ospitante) sono stati pari a circa 49 euro a notte, contro i 19 della Calabria, i 25 di Puglia e Marche e i 39 dell’Emilia Romagna. Un dato in linea con le spese sostenute dai turisti in Sicilia (50 euro) e Toscana (46) e che riflette la distribuzione dei visitatori all’interno delle diverse tipologie di alloggio.

 

La ricerca della CNA attesta che il 44% dei turisti stranieri sceglie alberghi, villaggi o resort (in Puglia, a titolo di paragone, la quota è del 27%) anche a costo di una vacanza più breve (in media poco più di una settimana, contro i quasi 13 giorni delle altre tipologie).

 

Le altre spese. Di contro risultano molto minori le spese giornaliere per la ristorazione all’esterno delle strutture di accoglienza: appena 17 euro al giorno contro i 29 euro in Liguria e i 24 di Toscana e Emilia Romagna.

 

Nel 2016 i turisti stranieri in Sardegna hanno inoltre speso 56 euro a testa per lo svago e per il relax (musei, escursioni, intrattenimento, ecc.), contro 70 in Toscana, 66 in Sicilia e 62 in Calabria, e comunque più di Emilia Romagna (28) e Liguria (11). Infine per lo shopping la spesa media è stata di circa 100 euro a testa, meno di regioni come Calabria (233), Campania (143) o Toscana e Abruzzo (120).

 

 


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