Cagliari, a Sant’Avendrace la nuova piazza con vista su Tuvixeddu e tombe romane

Avrebbe dovuto ospitare un palazzo, ma l’area Cocco fu acquistata dalla Regione. Sono passati dieci anni. Qualche giorno fa il via libera all’operazione: stanziati oltre 700 mila euro per la trasformazione di un cantiere edile in piazza pubblica arricchita da sepolcri romani


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Una nuova piazza. Con vista sulle tombe romane e sul primo lembo della necropoli di Tuvixeddu. C’è il via della giunta comunale al progetto per l’ “area Cocco” il cantiere per la costruzione di un edificio dell’impresa Cocco in viale Sant’Avendrace i cui lavori furono stoppati dalla giunta regionale allora guidata da Renato Soru che permutò il terreno con un palazzo in via Dante.

Dopo circa dieci anni ecco i soldi (poco più di 700 mila euro) stanziati dalla giunta cagliaritana, che ha beneficiato di un finanziamento regionale, per la trasformazione del cantiere per la costruzione di un palazzo in una piazza pubblica. Una piazza con vista sulle tombe romane che si integra con interventi come quello per il Parco Archeologico Urbano di Tuvixeddu, quello a tutela della Grotta della Vipera, i lavori di restauro della tomba romana di Rubellio, l’intervento, di prossimo avvio, per il completamento del restauro della Chiesa di Sant’Avendrace, tutte le altre iniziative del “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza del quartiere Sant’Avendrace”, che prevedono tra l’altro, le piste ciclabili nel viale Sant’Avendrace e la riqualificazione dell’area di via San Paolo.

Secondo le linee progettuali approvate dall’esecutivo, la piazza non sarà più un luogo marginale ma giocherà un ruolo da protagonista in viale Sant’Avendrace, attraverso dotazioni di servizi e attrezzature per il tempo libero e l’apprendimento, attraverso il verde pubblico e la tutela dei beni archeologici presenti, che verranno però resi fruibili e visibili attraverso l’istituzione di percorsi di visita.

E uno degli aspetti rilevanti da considerare è rappresentato dalla potenzialità del sito in relazione alla possibile presenza di nuove emergenze archeologiche ancora sconosciute: l’idea è quella di realizzare una sistemazione a terra tale da non compromettere eventuali futuri ampliamenti dell’area di indagine archeologica, pur senza sacrificare eccessivamente le porzioni sistemate a piazza.

Il progetto prevede la valorizzazione degli importantissimi resti archeologici del sito, come le tombe a camera visibili dalla strada e la “Tomba dei Pesci e delle Spighe” “dotata di dieci arcate bisome” , come scriveva il canonico Spano nella descrizione, che la ricorda come posta in un sito “molto basso” rispetto alla quota stradale, quando era ancora aperta e visitabile nel 1902 e inclusa nella guida turistica Valdes.

La tomba è costituita da una camera, parzialmente ipogeica, posta a circa un metro sotto il piano dell’area Cocco, ha forma irregolare quadrangolare e presenta un soffitto piano ma le sue pareti sono scandite dalle nicchie ad arcosolio. Deve il suo nome al ricco apparato decorativo nel quale gli stucchi e le pitture erano all’epoca dello Spano chiaramente visibili sulle pareti e sul tetto della camera funeraria; oggi queste non sono più facilmente distinguibili a causa dei processi di decadimento naturali e dei danneggiamenti.

Ora servirà un progetto esecutivo. Poi la gara d’appalto e i lavori.


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